Cristo per Dio
Georges André
Già per la Pasqua occorreva «un agnello senza difetto, maschio, di un anno».
1 Pietro 2:22 ci dice, del Signore Gesù, che non ha commesso peccato; mentre così facilmente noi manchiamo, Lui, in nessuna delle sue azioni, in nessuna delle sue attitudini, in nessuno dei suoi pensieri, ha commesso peccato.
Ma vi è di più: 2 Corinzi 5:21 precisa: «Egli non ha conosciuto peccato». Gesù non aveva nessuna affinità col peccato, nessuna inclinazione, nessun desiderio verso di esso, come invece constatiamo troppo sovente in noi stessi.
Più ancora, 1 Giovanni 3:5 aggiunge: «In Lui non v’è peccato». Non soltanto egli non ha commesso peccato, ma il peccato non l’ha sfiorato mai, la natura peccatrice non si trovava in Lui.
Egli è stato tentato in ogni cosa come noi, ma la Parola precisa «però senza peccare» (o senza peccato) (Ebrei 4:15).
Vogliamo la testimonianza di quelli che hanno vissuto con Lui e non erano suoi amici? Il ladrone crocifisso al suo fianco ha dichiarato: «Questi non ha fatto nulla di male».
Giuda, preso dal rimorso per averlo tradito, ritorna dicendo: «Ho tradito il sangue innocente». I suoi nemici, vedendolo sulla croce, dichiarano: «Ha salvato gli altri».
Pilato, prima di condannarlo, ripete: «Io non trovo alcuna colpa in lui». «Io sono innocente del sangue di questo giusto». Potremmo continuare nella citazione dei passi ove brilla e s’impone questa perfezione di Gesù; ma ciascuno di noi può farne un soggetto di studio da cui ricaverà vere benedizioni.
Se la vittima doveva essere presentata senza difetti, bisognava che anche l’interiore fosse manifestato come rispondente all’esteriore. Per questo essa era scorticata e poi tagliata a pezzi. Il Signore Gesù ha potuto dire per bocca del salmista: «Il mio pensiero non va al di là della mia parola»; ogni parte del Suo essere era egualmente perfetta.
Le interiora e le gambe della vittima erano in seguito lavate con dell’acqua. La Parola (l’acqua) ha messo alla prova Cristo nella sua vita e nella sua devozione fino alla morte non per togliere qualche contaminazione, ma per provare che tutto era perfetto.
Nel suo essere interiore, nei suoi intimi pensieri, nei suoi affetti, tutto è stato manifestato come pienamente corrispondente al pensiero di Dio.
Nel suo cammino — le gambe — egli ha sempre mostrato perfetta dipendenza, piena obbedienza.
Il lavaggio con acqua faceva del sacrificio ciò che Cristo era nella sua essenza, cioè puro.
La vittima senza difetto, scorticata, tagliata a pezzi, lavata, era in seguito posta sul fuoco dell’altare. Il giudizio di Dio ha messo alla prova tutto ciò che Cristo era, e tutto è stato trovato eccellente, «un odore soave all’Eterno».
Gesù ha offerto se stesso; ha incontrato il giudizio di Dio. Durante le ore di tenebre, le donne e i discepoli che si erano riuniti ai piedi della croce si allontanarono e «riguardavano da lontano».
Dio solo può apprezzare pienamente l’eccellenza della persona del suo Figlio e il valore del suo sacrificio; ma se noi non possiamo comprendere pienamente, la nostra parte benedetta è di contemplare e adorare.