NUOVA NASCITA
di Roberto Bracco
Se c’è una dichiarazione di Gesù che esprima, in modo particolare, il carattere dei cristiano, questa e quella contenuta nel cap. 3 dell’Evangelo secondo Giovanni: «Se alcuno non è nato di nuovo non può entrare nel Regno di Dio ». Sei nato di nuovo? Dalla risposta a questa domanda può essere stabilito se tu sei o non sei cristiano.
La nuova nascita è un’esperienza spirituale che non può essere confusa con altre esperienze perché ha caratteristiche così precise e così visibili da poter essere facilmente individuata in qualsiasi individuo. Quindi non è difficile rispondere alla domanda posta precedentemente perché tutti possono sapere se “sono nati di nuovo”.
Nascere di nuovo, infatti, vuoi dire “venire alla luce”; vuoi dire “passare da un genere di vita ad un genere di vita diverso”; vuoi dire “entrare nel novero degli esseri viventi. In altre parole nascere di nuovo rappresenta un avvenimento, che sotto tutti gli aspetti, può essere assomigliato alla “nascita nel senso fisiologico”. Colui che nasce viene alla luce e passa dalla vita uterina alla vita propria ed entra così, con la propria personalità, nel seno della società umana.
La nuova nascita, ripetiamo, è un “venire alla luce”. Non è, come credono alcuni, ricevere un poco di luce perché quest’atto sovrano della grazia divina introduce pienamente nella luce della verità. L’individuo viene trasportato dalle tenebre al chiarore della rivelazione divina alla quale i suoi occhi si aprono, in maniera incerta da principio, e poi sempre più distintamente. Egli non è più un povero essere raggomitolato in un antro tenebroso, ma un individuo che si muove alla luce, che si riscalda al sole, che gioisce in un bagno di verità.
Egli cambia sostanzialmente il suo genere di vita. Dire che i suoi pensieri si modificano e che i suoi desideri si mutano è dire soltanto in minima parte qual’è il risultato della nuova nascita. L’individuo cambia genere di vita perché cessa di avere una vita in comune con il mondo e con il peccato e inizia una vita propria nell’atmosfera della grazia di Dio. Quindi non soltanto i pensieri o de sideri, ma tutto è mutato nella sua personalità ed egli appare quello che non “è mai stato” così come il nascituro è quello che non “era” prima.
L’uomo che è nato di nuovo respira lo Spirito di Dio, contempla la luce della verità, si riscalda al sole della giustizia; egli dunque ha una vita propria e libera, ma questa vita è sensitiva e vegetativa in virtù degli elementi soprannaturali che la fanno vivere. Naturalmente questo linguaggio è essenzialmente simbolico.
Infine l’individuo che nasce di nuovo entra nel novero della società, di una particolare società umana e spirituale che è definita dei “primogeniti scritti nei cieli”. Potremmo anche più semplicemente dire entra nella società dei figliuoli del Regno, cioè diviene un cristiano.
Coloro che ricevono Cristo acquistano, con Lui, il diritto di essere chiamati figliuoli di Dio, non perché viene loro conferito un titolo, ma perché “nascono da Dio”, ricevono il “seme di Dio”, e “partecipano la natura di Dio”. Tutte queste precisazioni sono esplicitamente dichiarate dall’Evangelo e sono chiaramente dimostrate dall’esperienza cristiana.
Se un individuo si proclama cristiano senza aver esperimentata la realtà di una nuova nascita, il suo cristianesimo rappresenta una povera contraffazione di quella “religione pura ed immacolata” recata da Gesù agli uomini. Per essere discepolo del Maestro divino, bisogna possedere, ci si perdoni il linguaggio esemplificativo, un doppio certificato di nascita ed il secondo deve essere tanto preciso e tanto particolareggiato quanto il primo.
Il cristiano “deve” sapere quando è venuto alla luce e quando ha incominciato a vivere. Deve conoscere il giorno e l’ora nei quali è divenuto cristiano ed è stato fatto figliuolo di Dio. La sua vita, in altre parole, deve essere distinta in due vite, separate fra loro da unì taglio netto, e rese soprattutto indipendenti da una evidente ed accentuatissima differenza di caratteri. Egli deve essere oggi quello che non era prima della sua esperienza spirituale e deve sentire questo distacco fino a non riconoscersi ivi colui che era. Questo è infinitamente più che un semplice cambiamento di opinione ed anche più che un perfezionamento di carattere.
Oggi le comunità cristiane accolgono con colpevole superficialità i propri membri, disinteressandosi totalmente delle esperienze che possono o non possono aver fatto. Avviene frequentemente, di conseguenza, che molti giovani siano accettati nel seno della chiesa soltanto perché fanno parte di famiglie cristiane. Generalmente questi giovani presentano una vita moralmente lodevole ed una conoscenza biblica discreta, ma sono ugualmente poveri peccatori bisognosi di salvezza.
Vengono accettati senza che la loro vita esperimenti la potenza della nuova nascita e quindi essi si trovano ad essere cristiani, o a dichiararsi cristiani, pur avendo sempre la medesima vita. Possono forse indicare la data della loro decisione, o la data del loro battesimo, ma non possono indicare la data della loro rigenerazione perché questa non si è mai verificata.
Naturalmente questi cristiani hanno una personalità spirituale incompleta perché non “vedono e non sentono” nella medesima maniera di coloro che hanno partecipato il Regno attraverso la porta della “nuova nascita”.
La crisi di molti movimenti cristiani è iniziata nel giorno che la “dottrina della nuova nascita” è stata sostituita da quella della tradizione. Sono sorti mediante l’unione di individui rigenerati dalla grazia di Dio e hanno cercato di sopravvivere sull’eredità delle generazioni successive che non hanno conosciuta la potenza della nuova nascita, ma soltanto l’incerta forza della convinzione intellettuale.
Sei nato di nuovo? Hai partecipato la natura di Dio attraverso l’opera della rigenerazione? Puoi indicare in maniera esatta l’ora e i modi nei quali si è verificata la tua totale trasformazione? La tua vita è veramente distinta in due vite diverse e indipendenti?
Poni te stesso di fronte a queste domande perché esse vogliono chiaramente e profondamente provare il tuo cristianesimo. Se tu non sei ancora nato di nuovo, non sei neanche ancora cristiano. Devi fare una decisione e devi compiere una esperienza, ma un’esperienza che non può essere assolutamente ignorata o trascurata.