I CONDUTTORI
di Roberto Bracco
Il Pastore deve essere l’esempio del gregge, ma ciò non esclude che egli possa fallire intorno a molte cose!
Se riconosciamo quali Conduttori soltanto coloro che sono “irreprensibili” in senso assoluto della parola, cioè perfetti, dobbiamo attendere pazientemente la venuta del nostro Sommo Pastore. Giacomo, primo Vescovo della chiesa di Gerusalemme, scriveva: “…tutti falliamo intorno a molte cose!”. Egli non si escludeva dalla inesorabile condizione generale di fallibilità che accompagna ogni credente, e quindi ogni Conduttore, nel pellegrinaggio terrestre.
Il Pastore è conduttore del gregge non perché sia infallibile, ma perché ha ricevuto questo ministerio direttamente da Dio; quindi, la stima e l’onore che gli sono dovuti sono per onorare in lui il dispensatore dei beni di Dio.
Ci sono oggi moltissimi cristiani che desidererebbero un Pastore modello, che appagasse totalmente le loro esigenze ed i loro desideri, e si rammaricano di avere un Conduttore che commette errori e falli. Forse il loro è un giusto desiderio, che potrebbe in parte essere esaudito mediante le loro preghiere e la loro fattiva collaborazione.
Il credente ha un dovere di sentita subordinazione verso il proprio Pastore, perché ciò rientra nel saggio piano di Dio, il quale desidera guidare il Suo popolo nella via della disciplina e dell’ordine.
È comprensibile che il Pastore non possa sempre trattare i membri della sua chiesa come desidererebbe, cioè con dolcezza; ma che è obbligato qualche volta a seconda delle circostanze, a dover mutar tono di voce e riprenderli con autorità (Galati 4:20). Come d’altronde anche un padre che sinceramente ama i propri figliuoli, è costretto talvolta, di fronte ad un figliuolo recalcitrante, ad usare parole severe e di rimprovero; senza con questo cessare di amarlo. L’esempio potrà sembrare audace, ma tutti dobbiamo ammettere che Gesù stesso fu obbligato qualche volta ad usare parole sferzanti nel momento della necessità, per far valere la propria autorità, sempre per il bene dell’umanità. E leggiamo molti versetti, nella Bibbia, dell’apostolo Paolo su questo tenore, come per esempio:
“Che volete? Che venga da voi con la verga, o con amore e con spirito di mansuetudine?” (1° Corinzi 4:21);
“Vi prego di non obbligarvi, quando sarò presente, a procedere arditamente con quella sicurezza onde fo conto di essere audace contro taluni che ci stimano…” (2° Corinzi 10:2);
“…Se io vengo di nuovo, non userò indulgenza.” (2° Corinzi 13:2);
“Ma quando Pietro fu venuto ad Antiochia, io gli resistei in faccia perché egli era da condannare” (Galati 2:11);
“Riprendi, sgrida, esorta…” (2° Timoteo 4:2).
Tutte queste espressioni bibliche sono a dimostrare che qualche volta l’autorità spirituale deve essere sostenuta con una sana ed energica risoluzione.
Ci sono inoltre molti cristiani che desidererebbero un Pastore che usasse tutto il tempo che gli rimane a disposizione per ascoltare i loro casi e dividere con loro le gioie ed i dolori. Indiscutibilmente ciò sarebbe meraviglioso ed edificante, ma in fondo sarebbe anche un desiderio egoista, perché è in contrasto con i diritti di tutti gli altri membri della comunità.
Un Pastore ha il compito di dividere il tempo che gli resta, dopo aver adempiuti i doveri del posto che occupa nei confronti dell’Eterno, fra tutti i fedeli; deve poter ascoltare tutti ed interessarsi di tutti in maniera proporzionale al numero: quindi, quanto più grande sarà la congregazione, tanto più breve sarà il tempo che potrà dedicare a ciascuno dei suoi membri.
È necessario che ogni fedele riconosca e si immedesimi nella posizione del proprio Pastore per avere verso di lui comprensione e considerazione. Fratelli, il Conduttore che ci è stato dato come un dono da Dio, rappresenta l’Angelo della chiesa, l’Unto dell’Eterno, anche se ancora molto imperfetto. Forse, qualche volta, egli esplica il suo ministerio in una maniera che noi non vorremmo, ma non per questo non è degno della nostra stima; non può darci tutto quello che vorremmo, ma non per questo cessa di essere il fedele dispensatore di Dio. Realizziamo per intiero che il nostro Pastore per esercitare il ministerio che il Signore gli ha affidato ha molto bisogno delle nostre preghiere e della nostra collaborazione, perché, ricordiamoci sempre, un Conduttore benedetto dalla sottomissione e dalla fedeltà dei suoi membri sarà sempre una benedizione per la comunità e per i fedeli.