Prove archeologiche a conferma della Bibbia
elementi citati dalle ricerche di Bryant Wood e di altri ricercatori Nota del curatore: come riportato nell'indice di questa sezione del sito, le conferme storiche o archeologiche possono essere d'aiuto a quanti di noi si confrontano con discussioni su determinate questioni, e questo è l'unico scopo dello studio che segue; la nostra fede tuttavia non si fonda sulle conferme che abbiamo dalla scienza, ma sulla conoscenza che ciascuno di noi ha di Dio per lo Spirito Santo, dal giorno in cui Lo abbiamo conosciuto nella nostra vita.
Quelli che seguono sono solo alcuni esempi dei numerosi reperti archeologici che hanno confermato l'autenticità della narrazione e degli eventi della Sacra Bibbia.
Le prove sono così schiaccianti che il rinomato archeologo Nelson Glueck ha dichiarato: "Si può affermare categoricamente che nessuna scoperta archeologica abbia mai contraddetto i riferimenti biblici". Huston Smith, uno studioso, ha giustamente affermato che se i canoni rigorosi impiegati per verificare l'affidabilità storica della Bibbia fossero stati applicati anche agli studi classici, la nostra visione del mondo Greco-Romano oggi sarebbe in frantumi.
Relativamente all'Antico Testamento, l'evento biblico maggiormente documentato è quello del diluvio descritto nella Genesi. Il racconto del diluvio si trova in più di 500 miti, nelle diverse civiltà, in popoli lontani geograficamente e culturalmente.
Di particolare rilevanza sono i ritrovamenti Babilonesi, Sumeri, e Assiri. Molti di quelli Babilonesi ne parlano con dovizia di particolari; un esempio è l'undicesima tavoletta del poema epico su Gilgamesh, che descrive accuratamente gli eventi secondo lo schema biblico (si veda anche questo documento).
La scoperta dell'archivio di Ebla, nel nord della Siria, verso la fine degli anni 1970 ha dimostrato che il racconto biblico che riguarda i Patriarchi è attendibile. I documenti scritti su tavole di creta a partire dal 2300 a.C. circa confermano che diversi nomi di persone e di luoghi nella narrativa della Genesi sono autentici. Ad esempio, era in uso ad Ebla il nome "Canaan", che un tempo i critici dichiaravano non usato in quell'epoca e quindi adoperato a sproposito nei primi capitoli della Bibbia. Si affermava che la parola "tehom" ("l'abisso") in Genesi 1:2 fosse una parola tardiva e quindi una prova della tarda composizione del racconto della Creazione. Ma "tehom" faceva parte del vocabolario in uso ad Ebla, circa 800 anni prima del tempo di Mosè! I costumi antichi riflessi nelle narrative dei Patriarchi sono stati confermati anche da tavole di creta rinvenute a Nuzi e a Mari.
Le "cinque città della pianura", citate nella Bibbia, fra cui Sodoma e Gomorra (il cui nome attuale è Bab edh-Dhra e Numeira) e altre città della valle di Siddim, erano iscritte su una tavoletta dell'archivio del palazzo di Ebla addirittura nella stesso ordine di Genesi 14:2. "La distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra avvenne verosimilmente intorno al 1900 a.C." - scrive nel 1951 lo scienziato americano Jack Finegan. "Un minuzioso esame dei documenti letterari, geologici ed archeologici porta alla conclusione che la scomparsa terra di quella regione (Genesi 19:29) era situata nel territorio attualmente sommerso sotto le acque che vanno lentamente crescendo nella parte meridionale del Mar Morto, e che la causa della distruzione fu un grande terremoto, probabilmente accompagnato da esplosioni e da fulmini, dallo sprigionamento di gas e da fenomeni ignei". Intorno al 1900 a.C.: l'epoca di Abramo!
Inoltre, nel settembre del 1977 in un numero di "Scientific American" apparve un articolo delle scoperte fatte ad Ebla. Vi si legge: "La lista delle "cinque città della pianura", Sodoma, Gomorra, Adma, Tseboim e Bela (cfr. Genesi 14:2), è ripetuta in un testo di Ebla e i nomi appaiono nello stesso ordine". Due mesi dopo, in una conferenza, il prof. Noel Freedman, direttore dell'Istituto di Ricerca Archeologica di Gerusalemme W.F. Albright, confermò la notizia. Fu reso noto perfino il numero della tavoletta (n° 1860) che menziona le cinque città nello stesso ordine di Genesi cap. 14. Nelle tavolette era anche menzionato anche il re Birsha, lo stesso nome che il re di Gomorra aveva nel tempo di Abrahamo (Genesi 14:2). Si potrebbe dire molto di più su questa sensazionale scoperta che, via via che le tavolette sono lette dall'epigrafista, fornisce costantemente nuove rivelazioni (le tavolette ritrovate nelle rovine del palazzo di Ebla che nel 1975 erano circa 15.000, salirono poi a circa 20.000 durante gli scavi del 1976-77).
Gli Hittiti (o Ittiti, o Hittei) una volta si pensava fossero una leggenda biblica, fino a quando nel 1906 la loro capitale e i loro archivi furono scoperti a Bogazkoy in Turchia.
Ancora, molti pensavano che le descrizioni bibliche delle ricchezze di Salomone fossero fortemente esagerati. Ma i documenti recuperati da epoche remote mostrano che ai tempi antichi, la ricchezza era concentrata in mano ai re, e che la ricchezza di Salomone era perfettamente verosimile.
Una volta, si pretendeva che non fosse mai esistito un re assiro di nome Sargon, come riferito in Isaia 20:1, perché tale nome non era noto da nessun'altra fonte. Poi il palazzo di Sargon fu scoperto a Khorsabad nell'Iraq. Proprio lo stesso evento menzionato in Isaia cap. 20, cioè la sua conquista di Asdod (Ashdod), veniva ricordato sulle pareti del palazzo! Inoltre, frammenti di una stele che commemorava la vittoria furono rinvenuti ad Asdod stessa.
Gli scavi della biblica Sichem presentarono nel 1960 nuove prove a favore di una data per il regno del re Abimelec, il figlio del giudeo Gedeone. Quando si scavò il tempio di Baalberith a Sichem, menzionato in Giudici cap. 9, gli archeologi furono in grado di datare la distruzione di quel tempio da parte di Abimelec. Tale data era in accordo con quella del breve regno di tre anni di Abimelec a cui si era già arrivati esclusivamente sulla base dei dati cronologici trovati nella Bibbia.
Un altro re la cui esistenza era stato messo in dubbio era Baldassar (o Belshatsar), re di Babilonia, nominato in Daniele cap. 5. Secondo gli storiografi, l'ultimo re di Babilonia era stato Nabonide. Poi furono ritrovate delle tavole che mostravano che Baldassar fu il figlio di Nabonide e che regnò come suo co-reggente a Babilonia. Così, Baldassar poté offrire di costituire Daniele "terzo signore del regno" (Dan. 5:16), la posizione più elevata a disposizione, per essere riuscito a leggere il testo scritto sulla parete. Qui risalta la natura di "testimonianza oculare" del testo biblico, come tante volte viene messo in evidenza dalle scoperte archeologiche.
Coerenti con la narrazione biblica sono anche un antico elenco di re Sumeri (il prisma Weld-Blundell, composto da molti frammenti il primo dei quali fu scoperto nel 1906 a Nippur, in Iraq), e una tavoletta sumera che descrive la confusione risultante dall'evento della Torre di Babele, attribuendola al "dio della sapienza".
Nel secolo scorso scavi hanno portato alla luce i resti di una grande città. Lo storico W. Keller riepiloga così i risultati: "Nel 1899 la Società Orientale Tedesca inviò una grossa spedizione sotto la direzione del Professor Robert Koldewey, per esaminare i famosi resti di Babil. Gli scavi richiesero molto più tempo del previsto. Durante un periodo di 18 anni, fu portata alla luce la più famosa metropoli del mondo antico, il regno di Nabucodonosor, e al tempo stesso, una delle Sette Meraviglie del Mondo, i Giardini Pensili, e "E-temen-an-ki", la leggendaria Torre di Babele. Nel palazzo di Nabucodonosor e sul Cancello di Ishtar, che si trovava dietro di esso, furono scoperte innumerevoli iscrizioni" (W. Keller, The Bible as History, 1980, p. 302).
La cattività di Ioiachin, re di Giuda, in Babilonia (2 Re 24:15-16) è riportata in alcune tavolette in cuneiforme contenenti la cronaca dei primi anni di regno di Nabucodonosor. Esse si riferiscono alla presa di Gerusalemme, alla sua cattività e all'intronamento di Sedekia, l'ultimo re di Giuda, il 16/17 marzo del 697 a.C. (riferito al nostro calendario).
La dinastia del re Davide è confermata dalle iscrizioni in aramaico su una tavoletta commemorativa rinvenuta a Tel Dan (a nord di Israele), datata IX secolo a.C., probabilmente parte di un monumento ad Hazael, re di Aram. La tavoletta cita diversi eventi registrati nel primo libro dei Re.
La campagna del faraone Shishak contro Israele (1 Re 14:25-26) è riportata sulle mura del Tempio di Amun a Tebe, in Egitto.
La rivolta di Moab contro Israele (2 Re 1:1; 3:4-27) è descritta nell'iscrizione di Mesha.
La caduta di Samaria (2 Re 17:3-6, 24; 18:9-11) per mano di Sargon II, re d'Assiria, è descritta sulle mura del suo palazzo.
La sconfitta di Ashdod per mano di Sargon II (Isaia 20:1) è descritta sulle mura del suo palazzo.
La campagna del re assiro Sennacherib contro Giuda (2 Re cap. 18 e 19; 2 Cronache 32; Isaia 37) è riportata dal prisma Taylor, e nelle diverse stele biografiche di Tirhaka in Nubia.
L'assedio di Lachish da parte di Sennacherib (2 Re 18:14,17) è descritto nei bassorilievi di Lachish.
L'assassinio di Sennacherib per mano dei suoi stessi figli (2 Re 19:37) è descritto negli annali di suo figlio Esarhaddon.
La caduta di Ninive predetta dai profeti Nahum e Sofonia (2:13-15) è riportata sulla tavoletta di Nabopolasar.
La caduta di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor, re di Babilonia (2 Re 24:10-14) è riportata nelle cronache Babilonesi.
La caduta di Babilonia sotto i Medi e i Persiani (Daniele 5:30-31) è riportata sul cilindro di Ciro.
La narrazione biblica sul profeta Balaam è confermata dalle iscrizioni su 119 frammenti rinvenuti a Deir 'Alla.
Nel 1868 fu rinvenuta una tavoletta Moabita. Clearmon-Ganneau ne prese l'impronta prima che gli arabi la rompessero in più parti per venderla. L'iscrizione convalida il contenuto del capitolo 16 del primo libro dei Re e del capitolo 3 del secondo libro dei Re. Essa cita anche il nome (Yahweh) con cui Dio si fece conoscere a Israele in Esodo.
La liberazione degli schiavi in Babilonia per mano di Ciro il Grande (Esra 1:1-4; 6:3-4) è riportata sul cilindro di Ciro.
L'obbligo di lasciare Roma per tutti i Giudei durante il regno di Claudio (41-54 d.C.) è riportato da Svetonio.
La scoperta di un grosso altare di pietra fornito di corna, negli scavi di Beer-Seba nel 1973 fece luce su due versetti del libro del profeta Amos (5:5 e 8:14) che sembravano suggerire che in quella città esistesse un santuario.
La distruzione di Tiro, famoso porto fenicio dell'antichità noto per il culto orgiastico e crudele di Baal, fu profetizzata nei minimi dettagli (Ezechiele 26:3-14) dal profeta Ezechiele nel 586 a.C., l'anno che precedette la sua caduta.
L'esistenza di Gesù Cristo è riportata anche dal Talmud Babilonese e da diversi autori non cristiani, tra cui Giuseppe Flavio, Svetonio, Plinio il Giovane, Luciano, e altri, che confermano anche eventi come quello della crocifissione e la vita dei primi cristiani.