I DONI DELLO SPIRITO
di Roberto Bracco
La Chiesa di Dio deve essere edificata dallo Spirito Santo, il quale opera attraverso la strumentalità umana, distribuendo i Suoi doni come vuole e quando vuole. Questa volontà dello Spirito non deve essere interpretata come una manifestazione capricciosa e disordinata, ma come un’azione sottoposta ad una legge superiore che sfugge, in gran parte, alla nostra ragione.
Lo Spirito segue una legge ed adempie un piano, ma questi non s’identificano con i piani umani o con gli schemi liturgici ed ecclesiastici; anzi, generalmente, sono in aperta e dichiarata opposizione con questi.Lo Spirito non tiene conto dei valori umani, delle conquiste umane, dei pregiudizi umani e quindi la distribuzione dei Suoi doni si effettua al di sopra e al di fuori di questi elementi.
I doni dello Spirito sono doni soprannaturali; essi appartengono ad un livello di vita regolato da leggi diverse da quelle della vita naturale. I doni naturali sono quelli che appartengono al livello di vita di tutti gli uomini; i doni soprannaturali invece sono quelli che appartengono al livello di vita di pochi uomini; e cioè degli uomini spirituali. Intelligenza, vigore, capacità artistiche, etc. etc… sono doni naturali, ma i doni dello Spirito appartengono ad una sfera superiore. Il più intelligente fra tutti gl’individui che vivono nel mondo si trova ad un livello inferiore di quello occupato dall’uomo che ha ricevuto un dono dello Spirito, perché il primo possiede un dono naturale, mentre il secondo è arricchito da un dono soprannaturale.
Perciò non è assolutamente necessario possedere intelligenza naturale per ottenere un dono di sapienza, come non è necessario possedere eloquenza per ottenere profezia. Quando il credente si eleva fino alla sfera o al piano ove lo Spirito si muove ed opera può partecipare i doni dello Spirito indipendentemente dalla sua personalità naturale. I doni dello Spirito, allora, possono divenire gli effetti manifesti attraverso la strumentalità umana.
E’ stato detto molte volte che i doni dello Spirito si differenziano in tre distinte categorie; aggiungiamo : in tre distinti gruppi composti di tre doni cadauno, che formano così tre meravigliose trilogie o una triplice manifestazione trinitaria.
Non possiamo però in questa suddivisione parlare di varietà qualitativa perché questi doni sono distribuiti dallo Spirito Santo per l’edificazione della Chiesa e rappresentano perciò sempre una manifestazione dello Spirito. Dire che un dono possiede un valore superiore di un altro dono significa dire che lo Spirito acquista o perde calore col mutare delle manifestazioni.
Il valore del dono non può mai mutare relativamente alla sua essenza intrinseca, ma può mutare soltanto nella sua amministrazione estrinseca cioè nella tempestività o nell’opportunità dell’esercizio. Quindi non è il dono che muta il suo valore ma è colui che esercita il dono che lo valorizza in misura diversa in conseguenza della sua imperfetta o mutevole strumentalità.
Per noi i doni per parlare in maniera soprannaturale, doni per conoscere in maniera soprannaturale, doni per operare in maniera soprannaturale hanno il medesimo valore ed anche se vogliamo fare una comparizione fra i componenti di ogni singolo gruppo giungiamo alle medesime conclusioni.
Profezie, Linguaggi, Interpretazioni; Parola di sapienza, Parola di scienza, Discernimento; oppure Fede, Guarigioni, Miracoli sono, doni equivalenti; manifestazioni spirituali che pur nella loro varietà ci parlano di una potenza soprannaturale provveduta per l’edificazione della chiesa;
II dono di profezia diviene maggiore del dono delle lingue quando colui che esercita il secondo non può interpretare o non .può essere interpretato. Logicamente quando si determinano queste circostanze d’inopportunità o di limitazione, i doni acquistano fisionomie diverse da quelle costituite dalla loro reale essenza.
I doni dello Spirito, multiforme manifestazione spirituale, devono compiere oggi, come ieri, la loro nobile e trascendentale missione edificativa nel seno del popolo di Dio. Iddio non vuole edificare la Sua Chiesa per mezzo dei comuni ed imperfetti metodi umani, ma vuole compiere il Suo meraviglioso lavoro mediante il ministerio dello Spirito, quindi anche mediante i doni dello Spirito.
Iddio, per lo Spirito vuole distribuire questi doni soprannaturali; vuole manifestare questi mezzi divini e chiede soltanto che i Suoi figliuoli si aprano, per la fede, all’opera gloriosa dello Spirito Santo. Non è vero che i doni della Spirito possono essere manifestati soltanto in coloro che hanno acquisito una personalità religiosa attraverso severa e sistematica preparazione, perché Iddio vuole soltanto cuori che si aprano umilmente e in semplicità davanti alla Sua presenza.
I discepoli di Efeso erano all’inizio della loro vita religiosa in Cristo, eppure dopo essere stati colmati di Spirito Santo in conseguenza dell’imposizione delle mani dell’apostolo Paolo presero a parlare in nuove lingue e a “profetizzare”.
La potenza soprannaturale di Dio può sempre ignorare la preparazione che metodi umani ed anzi si manifesta generalmente attraverso l’imperfezione e la debolezza. Tutto questo si dice che il credente non deve possedere idoneità per l’esercizio dei doni o del ministerio ma questa idoneità non deve essere individuata in un metodo o in una educazione umana.
Il credente deve saper mantenere una posizione di profonda e sincera umiltà e semplicità; egli deve essere un piccolo bambino pronto e disposto a compiere sempre ed incondizionatamente tutto quello che è contenuto nel piano di Dio e che rappresenta quindi la volontà dello Spirito Santo.
La guida del Signore è e sarà sempre in armonia con la Bibbia, ma questo non esclude che molte volte lo Spirito Santo vuole guidare in modo incomprensibile o apparentemente strano al nostro punto di vista; la semplicità ci rende capaci di seguire la guida e i metodi dello Spirito Santo.
Al credente è anche richiesta franchezza, cioè una gran libertà nel parlare. La guida di Dio può essere contrastata e contristata dalla nostra timidezza, dalle nostre esitazioni. Generalmente se c’è umiltà c’è anche franchezza, perché gli indugi vengono quasi sempre dal timore dell’insuccesso o dal timore delle critiche. Colui che non teme per se stesso ma mette sempre i risultati e le conseguenze nelle mani di Dio è sempre pronto a seguire la guida dello Spirito Santo.
Quando nella Chiesa, quindi, oltre ad una visione nitida dei piani di Dio, sono presenti fede, semplicità, franchezza, i doni si manifestano perché è nell’arrendimento progressivo dell’uomo allo Spirito Santo che tutti piani divini trovano il loro fedele e preciso adempimento.