angelopiconelicataag
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| | Dio ha fissato un giorno nel quale | |
Lunedì 19 gennaio 2009 Dio ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risu­scitandolo dai morti. Gesù è il Figlio di Dio. Atti 17:31; 9:20Un mondo unito o il nulla Sapete che c'è un Uomo, oggi vivente, destinato a regnare su tutto il mondo? Il suo nome non figura nella lista delle celebrità del giorno, eppure è lui che controlla la storia. Tutti sanno che, se le tendenze attuali non saranno invertite, stiamo correndo fatalmente verso calamità internazionali che minacciano la natura e lo stesso genere umano. Einstein ha detto, dopo la bomba atomica: "un mondo unito, o il nulla"! In questo contesto e secondo la Bibbia, prima apparirà in Occidente un dittatore, al quale si ricorrerà per ristabilire l'ordine e la pace. Il suo arrivo sarà acclamato nel mondo, ma ben presto egli si toglierà la maschera delle buone intenzioni, rivelando l'origine diabolica delle sue idee. Farà miracoli e vorrà dominare sui corpi e sulle anime. L'insediamento di questo personaggio, affine all'Anticristo che sorgerà in Israele, sarà accompagnato da grandi sventure. Terminato il suo tempo, sarà annientato in un istante, come i suoi associati e tutti gli uomini ribelli. Allora comincerà il regno di giu­stizia, stabilito con mano ferma dall'Uomo Gesù Cristo, del quale parlavamo all'inizio. Sarà l'aurora di un'era di benedizione per l'u­manità e per tutto il Creato. I credenti in Cristo sono gli ambasciatori di questo Re e invitano i loro contemporanei a confidare in Lui, accettando la salvezza per grazia che oggi offre a tutti. perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell' uomo ch' egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti». Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano; e altri dicevano: «Su questo ti ascolteremo un' altra volta». Così Paolo uscì di mezzo a loro. Ma alcuni si unirono a lui e credettero; tra i quali anche Dionisio l' areopagita, una donna chiamata Damaris, e altri con loro. Dopo questi fatti egli lasciò Atene e si recò a Corinto. Qui trovò un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall' Italia insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma. Egli si unì a loro. Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende. Ma ogni sabato insegnava nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci. Quando poi Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia, Paolo si dedicò completamente alla Parola, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo. Ma poiché essi facevano opposizione e lo insultavano, egli scosse le sue vesti e disse loro: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo; io ne sono netto; da ora in poi andrò dai pagani». E, uscito di là, entrò in casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che temeva Dio, e aveva la casa attigua alla sinagoga. Ma Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia. Molti Corinzi, udendo, credevano e venivano battezzati. Una notte il Signore disse in visione a Paolo: «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città». Ed egli rimase là un anno e sei mesi, insegnando tra di loro la Parola di Dio. Poi, quando Gallione era proconsole dell' Acaia, i Giudei, unanimi, insorsero contro Paolo, e lo condussero davanti al tribunale, dicendo: «Costui persuade la gente ad adorare Dio in modo contrario alla legge». Paolo stava per parlare, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di qualche ingiustizia o di qualche cattiva azione, o Giudei, io vi ascolterei pazientemente, come vuole la ragione. Ma se si tratta di questioni intorno a parole, a nomi, e alla vostra legge, vedetevela voi; io non voglio esser giudice di queste cose». E li fece uscire dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sostene, il capo della sinagoga, e lo picchiavano davanti al tribunale. E Gallione non si curava affatto di queste cose. Quanto a Paolo, dopo essersi trattenuto ancora molti giorni a Corinto, prese commiato dai fratelli, e navigò verso la Siria, con Priscilla e Aquila, dopo essersi fatto radere il capo a Cencrea, perché aveva fatto un voto, s' imbarcò per la Siria, con Priscilla e Aquila.Quando giunsero a Efeso, Paolo li lasciò là; poi, entrato nella sinagoga, si mise a discorrere con i Giudei. Essi lo pregarono di rimanere da loro più a lungo, ma egli non acconsentì; | |
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