La vita di un credente
Leggiamo Filippesi 2:1-4
1 Se dunque v’è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d’amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. 3 Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, 4 cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri.. (Filippesi 2:1-4 NRV)
Ora, vi leggo i vv.1-4 anche nella versione Nuova Diodati.
1 Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d’amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. 4 Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
Schema
Nei primi 4 versetti, vediamo prima in v.1 alcune delle benedizioni che abbiamo in Cristo. In base a quello che abbiamo ricevuto, Paolo ci esorta, in vv.2-4, ad un comportamento accettevole a Dio.
In vv.2-4 Paolo parla di tre aspetti della vita in Cristo: in v.2, ci parla dell’unità che Dio ci chiama ad avere. In v.3, ci parla dall’umiltà che è una caratteristica di un vero credente. In v. 4, ci parla dell’altruismo che fa parte della vita di un vero figlio di Dio.
Allora, consideriamo questi punti per capire meglio la nostra vita in Cristo.
v.1 alcuni dei benefici che abbiamo in Cristo
Prima di parlare della nostre responsabilità, Paolo ci ricorda di alcuni dei meravigliosi benefici che abbiamo in Cristo. In tutta la Bibbia, vediamo che è sempre Dio che agisce per primo. È sempre Dio che prima dà all’uomo, e poi, richiede dall’uomo una risposta giusta.
Nelle religioni create dagli uomini, è spesso l’uomo che deve agire per primo. Spesso, l’uomo fa qualche sacrificio per il suo dio, o l’uomo prende qualche iniziativa, e poi il dio di quella religione dovrebbe rispondere.
Quanto quel modo di pensare è diverso dalla realtà che la Bibbia ci rivela! È sempre Dio che agisce per primo. Dio fa, Dio opera in noi, Dio provvede la sua grazia, e poi, ci insegna come dovremmo vivere, per mezzo della grazia che abbiamo già ricevuto.
Leggiamo v.1, e notiamo i meravigliosi benefici che abbiamo in Cristo.
Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d’amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, (2:1 LND)
È importante sapere che nel Greco, quando si usa la parola “se”, in quello che noi chiamiamo una frase condizionale, può essere scritto in modi diversi, che non si possono distinguere in Italiano. Si può avere una frase la quale risposta è incerta. Per esempio, “se piove domani, non andiamo”. Non si sa se pioverà o no. Poi, c’è un modo di scrivere il “se” in cui è chiaro che la risposta è “sì”, per esempio, dicendo a qualcuno che è venuto a casa tua: “se hai fatto la strada fino a qui, ti presto volentieri quello che ti serve.” In questa seconda frase, il “se” non indica incertezza, al contrario, è un modo di dichiarare qualcosa di vero e palese.
Questo versetto contiene 4 frasi condizionali. Tutte e quattro sono scritte nella forma greca che indica che sono affermazioni vere. Inoltre, la parola “qualche” è un modo di dire per ricordare che ci sono molte di queste qualità. Perciò, potremmo dire: “dato che c’è grande consolazione in Cristo, dato che c’è molto conforto d’amore, dato che c’è molta comunione di Spirito, e dato che ci sono molta tenerezza e compassione, vivete così...”
Consideriamo questi quattro benefici per coloro che sono “in Cristo”.
consolazione in Cristo
v.1 inizia con la frase:
“Se dunque c’è qualche incoraggiamento in Cristo.”
La parola qui tradotta come “incoraggiamento” nella NRV, in 2 Cor 1:3, e varie altre volte in quel capitolo, viene tradotta come “consolazione”. Quando Paolo dice “se c’è qualche consolazione in Cristo”, è come dire “se tua madre ha preparato qualche cena nel corso degli anni”! Mette enfasi sul fatto che ne ha fatte tantissime. Paolo allora enfatizza il fatto che abbiamo una grandissima consolazione in Cristo. In Fil 1:28, ci aveva dichiarato che abbiamo ricevuto la grazia di poter soffrire per Cristo. Egli stesso si trovava in prigione per Cristo. La sofferenza e l’afflizione fanno parte della vita cristiana. Anche nella vita senza Cristo ci sono sofferenze. La differenza è che chi è “in Cristo” non solo ha le sofferenze, ma ha la consolazione in Cristo. La consolazione di Dio, che riceviamo sia tramite le Scritture, che tramite i fratelli e le sorelle, è sufficiente per ogni sofferenza. Grazie a Dio per la sua consolazione in Cristo. Essa è uno dei grandi benefici che abbiamo in Cristo. Ed è una motivazione per vivere in modo degno del Vangelo in questo pellegrinaggio terreno.
conforto d’amore
v.1 continue:
se c’è qualche conforto d’amore,
ovvero, dato che c’è un grande conforto nell’amore in Cristo. Chi è in Cristo è amato da Dio. Chi è in Cristo è amato dai fratelli e dalle sorelle. Chi è in Cristo ama Dio. Chi è in Cristo ama i fratelli.
Nulla nel mondo può dare conforto quanto essere veramente amato, e amare veramente. Nel mondo, si pone molta enfasi sul divertimento, sull’accumulare beni materiali, sul fare bella figura davanti agli altri. Però, nessuna di queste cose possono confortare l’anima. Invece, il vero amore dà vero conforto. In Cristo abbiamo un amore infinito, perciò, abbiamo un conforto che è più profondo di qualsiasi situazione che potremmo mai affrontare.
Quindi, in Cristo, oltre alla grande consolazione, abbiamo il prezioso conforto che viene dall’amore di Cristo.
comunione di Spirito
v.1 continua:
se vi è qualche comunione di Spirito.
Abbiamo grande comunione di Spirito. Quando Dio ci perdona i nostri peccati e ci giustifica, ci apre la porta alla comunione con Dio, e la comunione con gli altri figli di Dio. Questo lo abbiamo per mezzo dello Spirito.
Nessun rapporto nella vita è paragonabile al rapporto con Dio. La separazione fra Dio e l’uomo peccatore è una separazione infinita. Ora, per mezzo di Cristo Dio ha cancellato questa separazione in coloro che vengono salvati. Chi è salvato ha vera comunione con Dio. Che immenso privilegio!
Anche se tutti gli altri ti abbandonassero, anche se nessuno ti comprende, anche se ti trovi isolato e solo, nulla può separarti da Dio. La comunione con Dio è un dono di immenso valore. Questo è uno dei benefici per chi è un figlio di Dio e cammina in modo degno del vangelo.
tenerezza e compassione
v.1 conclude con la frase
“se v’è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione.”
Tutto quello che Dio fa per noi, non lo fa come dovere, né meccanicamente. Egli fa tutto per noi con una tenerezza d’affetto e grande compassione. In Cristo, c’è un’enorme tenerezza d’affetto, e una compassione infinita. Quanto grande è la tenerezza che Dio ha per i suoi figli! Gesù è il Buon Pastore. Il Pastore guida con tenerezza le pecore. Il Buon Pastore dà la sua vita per le pecore. Quanta tenerezza e compassione per noi!
Perciò
O fratelli: consideriamo la grande tenerezza con la quale Dio ci cura. Meritiamo la terribile ira di Dio. Invece, avendo Gesù Cristo subito l’ira di Dio al nostro posto, Dio ci ama e ci cura con una tenerezza infinita. Egli ci consola e ci conforta, sempre al momento opportuno e nel modo perfetto. Abbiamo la preziosa comunione con Dio stesso per mezzo dello Spirito, e non solo con Dio, ma anche gli uni con gli altri.
Tutti questi meravigliosi e preziosi benefici sono nostri in Cristo Gesù. Questa è la base per come dovremmo vivere. In basi a questi benefici, e a tutti gli altri benefici che abbiamo in Cristo, in vv.2-4 Paolo ci esorta, raccomandandoci come dovremmo vivere.
ulteriore motivazione
Prima di considerare come dovremmo vivere, Paolo ci dà un’ulteriore motivazione per vivere nel modo giusto. Egli dichiara: rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento.
Paolo si era impegnato a evangelizzare e poi a far crescere questi credenti. Egli aveva sofferto per curarli spiritualmente. Tutto questo lo faceva a motivo del grande amore che aveva per loro. Anche essi amavano Paolo. Perciò, oltre a tutte le altre ragioni per le quali avrebbero dovrebbero vivere in modo degno del vangelo, Paolo spiega che vivendo così porteranno grande gioia anche a lui. Infatti, quando amiamo qualcuno, diventa una gioia per noi poter dare gioia all’altra persona.
Quando noi viviamo come viene descritto in vv.2-4, daremo gioia a coloro che si sono impegnati per la nostra salvezza e la nostra crescita.
v.2 camminare in unità in Cristo
Allora, adesso, avendo considerato solo alcuni dei benefici che abbiamo in Cristo, consideriamo l’esortazione che Dio ci dà tramite Paolo. Come dovremmo vivere?
Come ho menzionato prima, in vv.2-4 Paolo ci parla di tre aspetti essenziali che dovrebbero caratterizzare la vita di un figlio di Dio. La vera unità, la vera umiltà, e l’altruismo.
Oggi vogliamo considerare la vera unità.
rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. (Filippesi 2:2 NRV)
Questo versetto parla di quattro aspetti della vera unità che c’è per quelli che sono in Cristo. Oggi, si parla molto dell’unità. La cosa importante è capire cos’è la vera unità. Consideriamo questi quattro aspetti della vera unità.
1) un medesimo pensare
Qualsiasi vera unità che onora Dio ha come base un medesimo pensare. Cioè, crediamo le stesse cose, abbiamo gli stessi traguardi, seguiamo le stesse dottrine. Tutto questo è compreso nelle parole “avendo un medesimo pensare.”
Oggi, tante persone parlano dell’ecumenismo, mediante il quale si cerca di unire chiunque si chiama cristiano. Secondo questo modo di pensare, non importa se crediamo tante cose diverse. Secondo questo modo di pensare, ogni modo di interpretare la Bibbia è valido. Una dottrina vale l’altra, anche se si contraddicono fra di loro. Non importare pensare nello stesso modo, basta avere tanto amore, che per loro è principalmente un sentimento.
Invece nelle Scritture, Dio ci fa capire chiaramente che è molto importante avere un medesimo pensare, cioè, pensare, credere, le stesse cose. Se vediamo la Bibbia in due modi diversi, vuol dire che uno, o forse entrambi, sbagliano. C’è solo una interpretazione giusta per qualsiasi brano.
Allora, Dio ci comanda di avere un medesimo pensare, ovvero, di credere le stesse cose. Il mondo religioso ci chiama a non preoccuparci di ciò che uno crede. Chiaramente, dobbiamo dare retta a Dio, non agli uomini.
Questo stesso pensiero viene ripetuto in altri brani:
15 Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi; se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà anche quella. 16 Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via. (Filippesi 3:15-16 NRV)
Esorto Evodia ed esorto Sintìche a essere concordi nel Signore. (Filippesi 4:2 NRV)
Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili; (1 Pietro 3:8 NRV)
Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire. (1 Corinzi 1:10 NRV)
Perciò, la base della vera unità è di credere le stesse cose. Questo è fondamentale. Non esiste vera unità dove non si ha un medesimo modo di credere.
un medesimo amore
Il secondo aspetto di una vera unità è di avere un medesimo amore. La vera unità è più che credere solo le stesse cose; essa richiede anche amare veramente gli uni gli altri. Per avere vera unità, dobbiamo avere lo stesso amore, amore per Dio, e amore gli uni gli altri.
Quando la Bibbia parla dell’amore, non si tratta principalmente di un sentimento, ma di un impegno. Dio ama, e quell’amore si vede nelle azioni di Dio. Gesù dichiara che chi ama Lui ubbidisce ai suoi comandamenti. In 1 Giovanni leggiamo che non dobbiamo amare a parole e con la lingua, ma con i fatti e in verità.
Quindi, un vero amore, per Dio e per gli altri, fa parte della vera unità.
un animo solo
Il versetto continua, spiegando un altro aspetto della vera unità. Dichiara: “essendo di un animo solo.” Cosa vuol dire? Vuol dire che stiamo camminando tutti nella stessa direzione. Abbiamo lo stesso animo, lo stesso cuore, lo stesso traguardo. Desideriamo la stessa cosa. Il desiderio che unisce è il desiderio per la gloria di Dio. Questa è possibile solamente quando c’è una base di verità biblica, e di vero amore per Dio e l’uno per l’altro. Allora, è importante che abbiamo una dottrina sana, vero amore, e anche un animo solo, cioè, stiamo tutti camminando nella stessa direzione. Ciò vuol dire che non stiamo cercando i nostri propri interessi, perché in quel caso, ognuno cammina in una direzione diversa. Solo quando abbiamo un animo solo possiamo avere vera unità.
unico sentimento
Poi, l’ultimo aspetto della vera unità è di essere “di un unico sentimento.” Il greco dice: pensando le stesse cose. Paolo sta usando tanti modi per descrivere la stessa cosa. Questa frase vuol dire che stiamo tutti “sulla stessa frequenza”.
La Bibbia parla delle formiche. Pur essendo piccole, le formiche riescono a fare grandi cose, perché sono tutte di un unico sentimento. Le api sono tutte di un unico sentimento, e perciò, riescono a costruire grandi alveari. Quando gli uomini si mettono tutti uniti, riescono a compiere grandi cose. Dio vuole che i credenti siano veramente uniti, nella verità, per compiere grandi cose per il regno di Dio.
Vorrei leggere qualche altro versetto che parla di questo.
11 Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d’amore e di pace sarà con voi. (2 Corinzi 13:11)
Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù. (Romani 15:5 NRV)
Perciò fratelli, Dio ci chiama ad essere veramente uniti. Questa unità viene dall’avere un medesimo pensare, cioè, credere le stesse verità di Dio, e dall’avere un medesimo amore, ed essere di un animo e un sentimento solo, cioè, con gli stessi traguardi. Questa è l’unità che Dio vuole per noi. In questo dobbiamo impegnarci.
la nostra tendenza naturale
Non ci vuole tanto per capire che la nostra tendenza naturale NON è di avere questa unità. Di natura, ogni persona è egoista, pensa a se stessa, e ai propri interessi. L’idea di impegnarsi per il bene comune, l’idea di avere un medesimo pensiero, l’idea di avere un unico sentimento fra di noi, non è naturale.
Però, grazie a Dio, non siamo più quello che eravamo per natura prima di essere salvati. Abbiamo un nuovo cuore in Cristo Gesù. Siamo “in Cristo”, e perciò, Dio ci chiama a vivere seconda la nostra nuova natura, che Egli ci ha dato.
La cosa importante da ricordare è quanto abbiamo in Cristo. Siamo ricchi, ricchissimi. Abbiamo ricevuto ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo Gesù. Oggi, in questo brano, abbiamo considerato solamente quattro benedizioni. Sono benedizioni grandi, grandissime, però, sono poche quando consideriamo tutto quello che abbiamo in Cristo.
Conclusione
Allora, ricordiamo che abbiamo la preziosa consolazione in Cristo. Non esiste dolore grande quando la consolazione di Cristo è più grande. Abbiamo poi il meraviglioso conforto dell’amore di Dio, e l’amore dei fratelli.
Il mondo offre tanto, ma nulla vale l’amore. Noi abbiamo il conforto dell’amore che si ha solamente in Cristo Gesù. Questo è un grande dono da Dio.
In Cristo, abbiamo la comunione di Spirito. Questo vuol dire che abbiamo comunione con Dio stesso, e comunione l’uno con l’altro. In un mondo che è sempre più superficiale, che meraviglioso dono è di avere vera comunione con il Creatore di tutto, e l’uno con l’altro. Se tu sei un figlio di Dio, Dio ha tenero affetto per TE!
Poi, abbiamo il prezioso dono della tenerezza di affetto e la compassione che viene da Dio. Questo affetto è da Dio verso di noi, e l’uno per l’altro. La compassione è la tenera compassione di Dio per noi, e anche la compassione che Dio provvede tramite ciascuno nella famiglia di Dio.
Noi abbiamo ricevuto tutte questi meravigliosi benefici. In base a questo, considerando questo, Dio ci chiama a vivere in modo degno della nostra chiamata. Il modo degno è di vivere con vera unità, con vera umiltà, e veramente cercando il bene degli altri.
Oggi, abbiamo considerato la vera unità. Abbiamo visto che la cosiddetta unità che tanti cercano e promuovano oggi non è la vera unità. La vera unità che onora Dio è fondata sulla verità. Senza la base della verità, cioè, la verità di Dio, non si può avere una vera unità.
Invece, quando siamo veramente in Cristo, e veramente cresciamo nella conoscenza della Parola di Dio, e seguiamo quello che Dio ci dà, allora, saremo veramente uniti. La chiave per la vera unità è veramente ascoltare e seguire il nostro Buon Pastore. In altre parole, per avere la vera unità, bisogna conoscere e seguire la Parola di Dio. Quando si cerca un’unità non fondata sulla Parola di Dio, non è la vera unità, e non onora Dio. Dobbiamo rifiutare qualsiasi falsa unità, ed impegnarci nella vera l’unità che glorifica Dio.
Avere la vera unità vuol dire avere lo stesso pensiero e gli stessi traguardi. Quando come credenti NON abbiamo lo stesso modo di pensare né lo stesso traguardo, dobbiamo esaminarci, per capire se in qualcosa non siamo “sintonizzati” su Dio. Grazie a Dio per la Parola e per lo Spirito Santo. O che possiamo ricordare tutto ciò che abbiamo in Cristo, e vivere con la vera unità, seguendo il nostro Buon Pastore.
Leggiamo ancora v.3.
Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso.
Qui, Dio ci comanda, tramite Paolo, di non fare nulla per rivalità o per vanagloria. In più, con umiltà, ciascuno di noi dovrebbe stimare gli altri superiori a se stesso. Consideriamo questi importanti comandamenti. Dio volendo, la prossima settimana, vedremo come Cristo Gesù è l’esempio perfetto di questo.
non fare nulla per spirito di parte o per vanagloria.
v.3 inizia con:
“non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria.”
Cosa vuol dire, “spirito di parte”? Si tratta di vederci da una parte, cercando di superare l’altra parte. Si tratta dell’idea di superare gli altri. Si tratta di cercare di essere visto come migliore, e superiore agli altri. Un altro modo di dire questo è “rivalità”. Non fate nulla per spirito di rivalità.
Dio ci comanda di non fare nulla per spirito di parte. Non dovremmo mai avere come motivazione quella di vincere sugli altri.
Pensiamo a Cristo Gesù, il nostro Signore. Siamo chiamati ad imitarlo in tutto. Allora, quale era la motivazione di Cristo? Cristo non cercava mai di superare gli altri. Egli non era mai motivato da un desiderio di essere il più grande, o il più bravo, o il più diligente. Infatti, quando i discepoli mostravano questi sentimenti, venivano ripresi da Cristo, perché questo modo di agire e pensare non ha posto nel regno di Dio.
Per capire meglio cosa vuol dire “un spirito di parte” notiamo Filippesi 1:17. Qui, troviamo la stessa parola in greco. Ricordiamo che Paolo si trovava in catene a causa del Vangelo.
14 e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell’annunciare senza paura la parola di Dio. 15 Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo. 16 Questi lo fanno per amore, sapendo che sono incaricato della difesa del vangelo; 17 ma quelli annunziano Cristo con spirito di rivalità, non sinceramente, pensando di provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. (Filippesi 1:14-17 NRV)
Mentre Paolo era in prigione, e non poteva predicare pubblicamente, alcuni uomini predicavano Cristo con spirito di rivalità. Volevano superare Paolo. Volevano portare più persone alla salvezza di quanto aveva fatto Paolo. Questo era un peccato. Predicare Cristo è una buona cosa, ma farlo con spirito di rivalità rende colpevole davanti a Dio chi lo fa. Dobbiamo capire che Dio guarda il nostro cuore. È importante tanto la motivazione che abbiamo quanto quello che facciamo.
Fratelli, nel mondo, tantissime cose vengono fatte con spirito di rivalità, cioè, cercando di essere superiore agli altri. Nella società, questo spirito viene riconosciuto come positivo. È considerato una buona motivazione per stimolare le persone. Dentro ogni uomo, c’è quel desiderio per gloria, e superare gli altri è un modo per ricevere la gloria che il mondo offre.
Perciò, nel caso dei predicatori che predicavano Cristo per spirito di rivalità, essi volevano ricevere gloria dagli uomini per quante persone si sarebbero convertite tramite il loro ministerio. Perciò, la loro motivazione era di essere superiori a chiunque altro, in questo caso, Paolo. Questo è lo spirito di parte.
Fratelli, Dio ci comanda di non fare nulla con spirito di parte, cioè, con lo scopo di essere più bravi o superiori a qualcun altro. Dio dichiara “nulla”. Non parla solo nel campo delle cose spirituali. Dio ci comanda di non fare nulla per cercare di superare gli altri.
Per aiutarci a capire meglio questo comandamento, Paolo usa anche la parola “vanagloria”. Non fate nulla per spirito di parte, o per vanagloria. Non fate nulla per vanagloria. Cos’è vanagloria? È più o meno la stessa cosa che spinge qualcuno a fare qualcosa per essere superiore.
Vanagloria: è una gloria vana, gloria che in realtà non vale nulla, orgoglio, vedersi di un valore più grande di quello che si ha. La gloria che gli uomini danno l’uno all’altro è vanagloria, perché non ha vero valore. La gloria che il mondo può dare è una gloria falsa.
Nel mondo è normale cercare gloria dagli altri. Ci sono tanti esempi di come si può fare qualcosa per vanagloria. Pensiamo ad alcuni esempi: Il bambino che cerca di essere bravo in qualche attività, per essere ben visto. La donna che vuole essere considerata come bella. Il ragazzo che vuole essere notato per la sua moto. Nel gruppo di amici, spesso si fa qualcosa per avere la stima, potremmo dire la gloria, degli altri. Anche nell’opera del Signore, si può impegnarsi tanto per essere visti come bravi. Tutti questi sono esempi di vanagloria.
Fratelli e sorelle: questa è la realtà del mondo in cui viviamo. Si cerca di ricevere onore e gloria dal mondo. Questa è vanagloria.
Gesù ci parlava di questo. Per esempio,
41 Io non prendo gloria dagli uomini; 42 ma so che non avete l’amore di Dio in voi. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo riceverete. 44 Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo? (Giovanni 5:41-44 NRV)
40 «Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito i loro cuori, affinché non vedano con gli occhi, e non comprendano con il cuore, e non si convertano, e io non li guarisca». 41 Queste cose disse Isaia, perché vide la gloria di lui e di lui parlò. 42 Ciò nonostante, molti, anche tra i capi, credettero in lui; ma a causa dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga; 43 perché preferirono la gloria degli uomini alla gloria di Dio. (Giovanni 12:40-43 NRV)
Matteo 6:2 Quando dunque fai l’elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.
Luca 16:15 Ed egli disse loro: «Voi vi proclamate giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio.
Fratelli, in tutti questi versetti, Gesù sta parlando di quanto è sbagliato cercare la gloria dagli uomini. Dobbiamo cercare la gloria da Dio. Cercare gloria dagli uomini è vanagloria. In Filippesi 2, Dio ci comanda di non fare nulla per vanagloria! Questo non è un comandamento limitato alle cose spirituali. Questo comandamento è per ogni aspetto della nostra vita. Non dobbiamo fare NULLA per vanagloria. Vi invito a valutare attentamente ogni aspetto della vostra vita. Vi invito ad aiutare i vostri figli a riconoscere che la loro tendenza naturale di volere gloria dagli uomini è sbagliata. Noi adulti dobbiamo considerare attentamente il “perché” facciamo quello che facciamo. Possiamo fare cose buone, per il motivo sbagliato.
Dobbiamo riconoscere che viviamo in un mondo che considera normale e anche buono cercare la gloria dagli uomini. Il mondo NON cerca la gloria da Dio, cerca la gloria dagli uomini. Perciò, dobbiamo stare in guardia perché è facile trovarci a seguire l’andazzo del mondo intorno a noi, che è anche la nostra natura umana. Invece, dobbiamo stare in guardia da non fare NULLA per spirito da parte o per vanagloria.
l’umiltà
Grazie a Dio, per ogni cosa negativa che Egli ci chiama a togliere dalla nostra vita, spiegandoci qual è la cosa positiva da mettere al suo posto. Dio ci comanda di non fare nulla per spirito di parte o per vanagloria. Adesso, vediamo il bene che dobbiamo sostituire al male. Anziché fare le cose per spirito da parte e per vanagloria, come dovrebbe essere il nostro cuore in tutto quello che facciamo?
Leggiamo ancora v.3
Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso,
Dio ci chiama ad avere umiltà, e a stimare gli altri superiori a noi stessi.
Nel prossimo sermone, Dio volendo, vogliamo considerare l’esempio di Cristo Gesù, per poter capire cosa vuol dire vera umiltà. Quando consideriamo la vera gloria di Cristo, e quanto si è abbassato, possiamo capire quanto grave è il nostro peccato quando NON siamo umili.
Siamo chiamati ad essere umili, e poi, a stimare gli altri superiori a noi stessi. In che senso dobbiamo considerare gli altri superiori a noi stessi?
Fratelli, quando qualcuno fa qualcosa di sbagliato, possiamo giudicare l’azione, ma non dobbiamo, come pratica, giudicare il cuore dell’altra persona. Non dobbiamo giudicare la sua motivazione. Invece, dobbiamo presumere il bene. In 1 Corinzi 13, quel meraviglioso capitolo che parla dell’amore, dice che l’amore crede ogni cosa. Cioè, l’amore crede il bene finché è possibile. Evita al più possibile pensare il male.
Nel mondo, molto facilmente si arriva a credere il male. Si suppone che qualcuno è mosso da motivazioni sbagliate. Quando qualcuno fa qualcosa, è facile cominciare ad immaginare i vari motivi cattivi per cui ha fatto quella cosa.
Fratelli, questo è un grave peccato. Siamo chiamati a credere ogni cosa, cioè, credere il bene.
È vero che ci saranno situazioni in cui una persona, volta dopo volta, si dimostra malvagia in qualcosa. A quel punto, la sua motivazione diventa ovvia.
Però, finché è possibile, dobbiamo credere il bene, cioè, dobbiamo suppore che la motivazine dell’altra persona sia buona.
Invece, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Molto spesso, quando gli altri vedono solo qualche buona azione da parte nostra, noi conosciamo il nostro cuore, e sappiamo che pur agendo bene esternamente, dentro il nostro cuore c’è qualche cattiveria, o qualche orgoglio, o qualche egoismo, o qualche altra cosa malvagia..
Quando siamo veramente onesti con noi stessi, e riconosciamo quanto spesso facciamo cose buone senza motivi puri, e quando allo stesso tempo crediamo il bene degli altri, allora, diventa molto più facile ubbidire a questo comandamento di stimare gli altri superiori a noi stessi.
Posso fare un parentesi importante qui. Stimare gli altri superiori a noi stessi non vuol dire che l’artigiano deve credere che l’apprendista sia più bravo di lui in quel campo. La Bibbia ci dichiara in Romani 12 che ognuno dovrebbe avere un concetto sobrio di se stesso. Perciò, una persona che è brava in un certo campo non deve credere che non sia capace a fare quella cosa.
Il considerare gli altri superiori non è tanto per quanto riguarda le nostre capacità, ma nel senso di supporre il bene degli altri e di essere onesti da riconoscere i nostri cuori, e quanto spesso il nostro cuore ha delle motivazioni sbagliate.
Un’altra parentesi: stimare gli altri superiori a se stessi è un comandamento generale. Ci saranno casi particolari. Per esempio, se c’è qualcuno nella chiesa che volta dopo volta si dimostra egoista, o disonesto, o commette qualche altro peccato, è ovvio che tutti gli altri credenti nella chiesa non devono considerare quell’individuo spiritualmente superiore. Questo comandamento parla in termini generali, di come dovremmo vedere gli altri credenti come regola generale.
Quando vediamo gli altri superiori a noi stessi, possiamo ubbidire più facilmente Romani 12:10:
Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. (Romani 12:10)
Possiamo vedere, nella vita dell’Apostolo Paolo, una crescita in questo. Notiamo tre dichiarazioni di Paolo, man mano che passano gli anni.
perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. (1 Corinzi 15:9 NRV)
A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo (Efesini 3:8 NRV)
Certa è quest’affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. (1 Timoteo 1:15 NRV)
Man mano che Paolo cresceva nel suo cammino con Cristo, riconosceva sempre di più gli altri superiori a sé. Paolo aveva sempre più umiltà. Questo è un segno della vera maturità.
Perciò fratelli, siamo chiamati ad avere vera umiltà. Se guardiamo onestamente ai nostri cuori, e crediamo il bene gli uni degli altri, se riconosciamo la nostra tendenza di peccare, non è difficile agire con vera umiltà. L’umiltà è necessaria per poter avere la vera unità. Solo se abbiamo umiltà e siamo uniti possiamo compiere grandi cose per il nostro Signore!
l’altruismo
Ora, vorrei considerare v.4, che ci insegna il vero altruismo. Leggiamo ancora vv.3-4.
3 Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, 4 cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri
Avete notato il comandamento in v.4:
cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
Fratelli, se consideriamo come il mondo pensa, ci accorgiamo che si tratta di una posizione radicale! Il mondo ci insegna che ognuno deve pensare a sé. Infatti, c’è proprio un detto: “se non pensi a te stesso, nessuno penserà a te.” È considerato normale che ognuno cerchi i suoi propri interessi. Per esempio, i datori di lavoro cercano di pagare il meno possibile, e spingono i dipendenti a lavorare il più possibile. Da parte loro, i dipendenti cercano di avere i più soldi possibile, e fare il meno possibile.
Quando vai a comprare una macchina usata, il venditore cerca di chiedere più del vero valore, e colui che compra cerca di pagare meno del vero valore.
Potremmo pensare a esempi su esempi, in cui è ovvio che ogni persona cerca il proprio interesse.
Invece, chi è in Cristo non deve vivere più per se stesso. Chi è in Cristo fa parte del CORPO di Cristo. In altre parole, facciamo parte l’uno dell’altro.
Leggiamo 1 Cor 12:12-26
Non per commentare ogni versetto, ma per vedere il quadro generale. Siamo un corpo unico. Il bene di una parte del corpo diventa il bene del resto del corpo. (leggere 1 Cor. 12:12-26)
Allora, Dio ci chiama a non vivere solo per il nostro bene, per il nostro interesse, ma anche per interesse degli altri.
Soprattutto, dobbiamo fare questo nel campo spirituale. Dobbiamo cercare quello che porta alla edificazione reciproca. Giorno per giorno, dobbiamo considerare come possiamo promuovere il bene l’uno dell’altro.
1 Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi. 2 Ciascuno di noi compiaccia al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione. (Romani 15:1-2)
Questo brano dichiara che non dobbiamo compiacere a noi stessi, ma compiacere al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione. Questo non vuol dire che uno può esigere che tutti gli altri facciano come vuole lui. La condizione è “nel bene”, a scopo di edificazione. Quello che vuol dire è che dobbiamo impegnarci non solo al nostro bene, ma per il bene gli uni degli altri.
Fratelli, questo è un modo di vita radicale. Nel mondo, non si vive così. Per natura, non viviamo così. Questo è un modo di vita molto radicale, però, è così che Gesù Cristo viveva, ed siamo chiamati a seguire le sue orme.
Cosa succede in una chiesa quando i membri vivono così, pensando l’uno all’altro? O fratelli, quale gioia è se viviamo così! Quanto viene glorificato Dio in una chiesa che vive così! Quanto la nostra luce può brillare nel mondo quando viviamo così! Quanto possiamo essere il popolo che Dio vuole quando viviamo così!
conclusione
Perciò fratelli, considerando i preziosi benefici che abbiamo in Cristo, considerando l’eredità che ci aspetta in cielo, considerando soprattutto l’esempio di Gesù Cristo, considerando quando manchiamo verso la luce della grazia che abbiamo ricevuto, non facciamo nulla per spirito di parte, cioè, per essere superiori. Non cerchiamo gloria dagli uomini. Non facciamo cose per essere ben visti dagli altri. Invece, con umiltà, stimiamo gli altri superiori a noi stessi. Impegniamoci, non solo per il proprio interesse, ma per l’interesse degli altri. Cerchiamo quello che glofica Dio ed edifica gli altri. Così possiamo glorificare Dio, e edificare la chiesa.
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