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 Non dimenticare il Giudizio

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girolamo
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MessaggioNon dimenticare il Giudizio

Non dimenticare il Giudizio
Ora, ascoltiamo quello che Dio dichiara in questo brano riguarda coloro che cercano ricchezze in modo sbagliato, e usano le loro ricchezze in modo sbagliato.
Brano: vv.1-6
1 A voi ora, o ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso! 2 Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate. 3 Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori negli ultimi giorni. 4 Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi, grida; e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti. 5 Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate; avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage. 6 Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza.
Giacomo inizia con un forte avvertimento: “A voi ora, o ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso!”. Spesso nella Bibbia, si parla del terribile tormento del giudizio. Più volte Gesù parla del pianto e dello stridore di denti, come simbolo del tormento del lago di fuoco. In questo brano, Giacomo sta avvisando quei ricchi che sono malvagi che il loro tormento sarà così terribile che dovrebbero già piangere e urlare! Le calamità saranno terribili. Egli sta parlando, come vediamo in altri versetti, del giudizio finale.
una ricchezza ottenuta per mezzo del peccato

È chiaro da quello che Giacomo dice che si tratta di coloro che sono diventati ricchi per mezzo di vari peccati. Notiamo i termini che egli usa per descrivere la loro ricchezza. Così, possiamo capire che si tratta di una ricchezza ottenuta con mezzi sbagliati.
v.2 Le vostre ricchezze sono marcite, le vostre vesti sono tarlate, il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti.
Ricordiamo le parole di Gesù, in Matteo 6:19,20
«Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.
L’immagine che abbiamo in Giacomo può rappresentare due cose. Queste persone hanno accumulato ricchezze. Cioè, non stavano adoperando le loro ricchezze per la gloria di Dio. Dio permette a certe persone di avere più di altri, perché le adoperino per il bene di coloro che hanno bisogno. Invece, questi ricchi stavano accumulando le loro ricchezze per se stessi. Avevano tutto quello che serviva loro, e quello che avevano in più lo accumulavano.
Sapete che in tanti posti nel mondo, non servono armadi, o al massimo ne basta uno piccolo per tutta la famiglia, perché le persone hanno pochi vestiti. Quei pochi vestiti vengono usati giorno dopo giorno. Non c’è la possibilità per i tarli di danneggiare un capo. Invece, con la ricchezza, uno accumula molti più vestiti di quanto riesca ad usare. Allora, i vestiti, restando nell’armadio, possono essere mangiati dai tarli. Questo è il senso di questa frase.
Quando Giacomo parla dell’oro e dell’argento che sono arrugginiti, è la stessa cosa. L’idea è che queste ricchezze vengono accumulate, e così, restando ferme, possono arrugginire. Anziché adoperare quello che avevano in più per la gloria di Dio, avevano solo accumulato per loro stessi e per i loro eredi.
Leggiamo i v.2,3 per capire meglio questo importante principio:
2 Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate. 3 Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori negli ultimi giorni.
Notiamo l’ultima frase: “Avete accumulato tesori negli ultimi giorni.” Gli ultimi giorni rappresentano quel periodo che intercorre tra la prima venuta di Cristo e la seconda venuta. Noi siamo negli ultimi giorni, come lo erano queste persone. Il piano di Dio per l’uomo è che chi ha più di quello che gli serve, è responsabile di utilizzare l’eccesso per la gloria di Dio.
Invece, questi ricchi avevano accumulato le ricchezze. Questa ricchezza accumulata sarà una testimonianza contro di loro. Cioè, al Giudizio finale, una parte del Giudizio contro queste persone sarà di evidenziare l’uso che essi hanno fatto dei beni che Dio gli ha permesso di ottenere. Se una persona avrà accumulato ricchezze, anziché investire i suoi beni per aiutare altri e per promuovere il regno di Dio, questa persona sarà colpevole e sarà giudicata anche di questo peccato.
Questi ricchi avevano delle ricchezze accumulate, e sarebbero diventate una testimonianza contro di loro, perché non avevano seguito il piano di Dio. Quando Giacomo parla di come la ruggine divorerà le loro carni, questo è un simbolo del tormento eterno nel lago di fuoco. Quello che sembra così prezioso oggi, ma che non è secondo il piano di Dio, porterà un’eternità di terribile sofferenza nel lago di fuoco. Questo brano ci avverte di questo.
vv.4-6 le ingiustizie commesse

Il solo fatto di aver accumulato ricchezze già rendeva queste persone colpevoli agli occhi di Dio. Ma non solo avevano accumulato, avevano anche frodato altri e agito con ingiustizia per ottenere più ricchezze. L’amore del denaro produce tanti altri peccati. Ascoltiamo i vv.4-6. Notiamo ciò che queste persone avevano fatto per avere più ricchezze.
4 Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi, grida; e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti. 5 Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate; avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage. 6 Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza.
Queste persone avevano frodato i loro lavoratori. Nella Bibbia, Dio dichiara che l’operaio è degno della sua paga. C’erano degli operai che lavoravano a giornata. Questi uomini andavano in piazza la mattina presto, e se un agricoltore ne aveva bisogno per qualche lavoro, veniva a chiamarli. Secondo la Legge di Dio, il padrone doveva pagare l’operaio alla fine della giornata. Questo perché in caso contrario, la sera l’operaio non avrebbe potuto comprare pane per sua famiglia.
Invece, questi ricchi spesso non pagavano gli operai. Questo versetto spiega che il salario che non hanno pagato agli operai grida a Dio, e non solo, ma gli operai che sono stati frodati gridano a Dio. Dio vede ogni ingiustizia, e non rimane neutrale. Egli sente le grida di chi è stato frodato. Dio prende nota di ogni ingiustizia, e ne terrà conto nel giorno del Giudizio.
Visto che questi ricchi avevano frodato altri, Giacomo annuncia loro che il Signore degli eserciti sarà contro di loro. Questo è un riferimento al fatto che il Signore verrà con gli eserciti degli suoi angeli per giudicare il mondo.
Procedendo nella lettura di questi versetti, leggiamo: “Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate; avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage." La Nuova Diodati traduce così: “Sulla terra siete vissuti nelle delizie e morbidezze, avete pasciuto i vostri cuori come per il giorno della strage."
L’idea è chiara: queste persone si sono date ad una vita di piaceri. Avevano accumulato ricchezze, e poi si sono dati a godere le loro ricchezze. Godevano quello che viene chiamato le cose buone della vita. Il mondo offre tanti piaceri per chi ha soldi da spendere. Quando uno vive per quello che può avere dal mondo, diventa una trappola.
Il versetto continua: “Sulla terra siete vissuti nelle delizie e morbidezze, avete pasciuto i vostri cuori come per il giorno della strage” L’immagine qua è quella delle vacche che vengono ingrassate per “il giorno della strage”, cioè quello in cui saranno macellate. Le persone che vivono per i piaceri non si rendono conto, ma hanno davanti a loro un giorno di strage, cioè, il giudizio finale, in cui sentiranno la terribile voce di Dio annunciare la loro condanna eterna. Sono come vacche che si ingrassano, pensando solamente ai piaceri del momento, senza pensare a quello che le aspetta alla fine.
Qualche parola sul v.6 “Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza” Quando vive per le ricchezze, facilmente arriva a commettere ingiustizie per poterne avere ancora di più. Nell’esempio, questi ricchi condannavano e addirittura uccidevano i giusti. In altre parole, commettevano delle ingiustizie per poter ottenere più ricchezze. Oggi, ci sono tanti modi di commettere ingiustizie per avere di più. Dobbiamo capire una cosa: ogni volta che facciamo una cosa ingiusta, qualcuno deve pagare. Se non paghiamo l’IVA su qualcosa, allora, lo Stato deve aumentare le tasse altrove per avere i soldi che servono. Qualcun’altro dovrà pagare di più a causa della nostra scelta di non pagare cio che è dovuto. Dobbiamo capire quanto è facile metterci in condizione di opprimere altri a nostro vantaggio. Forse non si arriva spesso al punto di uccidere un giusto, ma dobbiamo capire che Dio guarda al cuore, e quando uno è disposto a frodare e a calpestare i diritti di un altro, già è in una situazione grave agli occhi di Dio.
Parola rivolta ai Credenti

Nei primi versetti, Giacomo ha dato un forte avvertimento ai ricchi che erano diventati tali con l’ingiustizia, e che vivevano per godere e accumulare la loro ricchezza. Giacomo ha spiegato che accumulare ricchezze e vivere per i piaceri porta al giudizio.
A questo punto, Giacomo parla ai fratelli che venivano oppressi dagli uomini ingiusti. Dio sa che è molto difficile avere pace quando subiamo ingiustizie. Quando siamo trattati con ingiustizia, è facile guardare alla nostra sofferenza, e all’ingiustizia, e scoraggiarsi profondamente.
Perciò, a questo punto, Giacomo si rivolge ai credenti. Leggiamo i vv. 7,8
Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. 8 Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Il messaggio è chiaro: È essenziale avere pazienza finché Cristo non ritorna. Pazienza non vuol dire solo aspettare; pazienza vuol dire aspettare, fissando i nostri occhi sul ritorno di Cristo, ricordando ciò che ci aspetta, e trovando gioia in quello.
Quando non guardiamo in avanti per tenere ben in mente la verità che Cristo ritornerà e rivelerà la nostra piena salvezza, allora, le ingiustizie e le difficoltà della vita diventano troppo pesanti. Se non guardiamo in avanti, diventa impossibile avere gioia e pace. Però, grazie a Dio, possiamo guardare in avanti. Abbiamo qualcosa da aspettare, qualcosa di meraviglioso. Perciò fratelli, Giacomo ci dice, abbiate pazienza.
Per aiutarci ad avere questa pazienza, Giacomo ci dà un chiaro esempio da considerare: “Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione”
L’agricoltore pianta, ma poi deve aspettare i tempi stabiliti da Dio. Egli tiene in mente il risultato che aspetta. Sa di dovere aspettare le varie stagioni di pioggia, prima che la raccolta sarà pronta. La pioggia della prima e dell’ultima stagione sono le piogge di ottobre/novembre e poi di marzo/aprile. In Israele, le piogge di ottobre rendono la terra morbida, e permettono all’agricoltore di arare e piantare. Poi, le piogge nella primavera aiutano la pianta a crescere poco prima della raccolta. Se l’agricoltore vuole una raccolta, deve aspettare queste piogge. Infatti, uno ara, e pianta, e cura, perché sa che alla fine, ci sarà la raccolta.
Così anche noi, credenti, dobbiamo tenere gli occhi in avanti, aspettando la raccolta, cioè, il ritorno di Cristo a fine stagione. Verrà sicuramente, perché Dio lo ha dichiarato, e Dio non mente mai.
O fratelli, non perdiamo di vista che la stagione sta per finire, e ci sarà una raccolta. Gesù sta per ritornare, ed Egli porterà giustizia sulla terra, e giudicherà ogni peccato. Possiamo, e dobbiamo, ricordare questo. Quanto è importante vivere alla luce di questa realtà. Quanto è importante aspettare quel giorno pazientemente.
v.8

Leggiamo ancora il v.8
Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Dobbiamo avere pazienza, ma dobbiamo anche fortificare i nostri cuori. Ci sono delle prove più dure di altre, e dobbiamo avere un cuore forte per continuare ad avere fede durante queste prove.
Dobbiamo capire che la nostra posizione in Cristo è completamente stabile. Non è quella che dobbiamo fortificare. L’opera di Cristo nella croce, e nella risurrezione, è stato perfetta, ed è stata accettato da Dio. Anche la nostra posizione come oggetto dell’amore di Dio è stabile e forte, e non c’è bisogno di fortificare quella posizione.
Quello che dobbiamo fortificare è il nostro cuore. Cioè, sebbene siamo sicuri in Cristo, quando ci sono le ingiustizie e le prove, delle volte dimentichiamo che dureranno poco, in confronto con l’eternità che ci aspetta. Possiamo facilmente sentirci afflitti e deboli. Possiamo avere dubbi. Allora, dobbiamo fortificare i nostri cuori. Così possiamo resistere nel giorno della prova.

Come possiamo fortificare i nostri cuori? Tramite i mezzi che Dio ci ha dato: la preghiera, la Parola, l’insegnamento, l’esortazione e l’incoraggiamento degli altri fratelli. Quando adoriamo Dio, e confessiamo i nostri peccati, e meditiamo sulle verità di Dio, Dio opera tramite questi mezzi per fortificare i nostri cuori.
Dobbiamo fortificare i nostri cuori perché la venuta di Cristo è vicina. Non sappiamo quando arriverà, ma arriverà ben presto. O che possiamo ricordare questo. O che possiamo impegnarci per fortificare sempre di più il nostro cuore giorno per giorno, in ogni circostanza, in modo da poter aspettare pazientemente il ritorno di Cristo.
come trattarci l’un l’altro

Adesso, leggiamo i vv.9-11, per capire come dobbiamo comportarci mentre aspettiamo il ritorno di Cristo.
9 Fratelli, non lamentatevi gli uni degli altri, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alla porta. 10 Prendete, fratelli, come modello di sopportazione e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore. 11 Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso.
Quando subiamo delle ingiustizie, questo può tentarci a lamentarci. Oppure, ci sono volte in cui qualcun altro riceve delle benedizioni, e questo può suscitare un po’ di gelosia, che ci spinge a trovare motivo da criticare o lamentarci contro quel fratello. Lamentarsi di qualcuno è una forma di giudizio. Perciò, Giacomo ci ricorda che il vero Giudice sta alla porta, ovvero, il vero Giudizio sta per arrivare. Cristo non solo giudicherà il mondo, ma giudicherà ogni credente. Allora, anziché lamentarci l’uno dell’altro, dobbiamo badare bene al nostro cuore, per essere pronti per il ritorno di Cristo. Dobbiamo aspettare questo pazientemente, senza lamentarci.
Quando è difficile avere pazienza e sopportare qualche ingiustizia o qualche difficoltà, possiamo usare come modello la vita dei profeti che hanno parlato nel nome del Signore. Daniele, Geremia, Ezechiele, ed Elia, e tanti altri profeti che hanno avuto tante difficoltà, sono stati odiati, disprezzati, e alcuni rischiavano perfino la vita per la loro fede in Dio. Nonostante questo, continuavano a predicare, aspettando pazientemente i tempi del Signore.
Se pensiamo poi a Giobbe, vediamo un uomo di Dio che ebbe grandi sofferenze. Egli perse tutti i suoi beni in un giorno. Peggio ancora, egli perse tutti i suoi figli nello stesso giorno. Nonostante questo, continuava ad avere fede in Dio. Poi, perse anche la salute e fu colpito da una malattia molto dolorosa. Nonostante questo, adorava Dio. Giobbe è un esempio per noi, e nonostante quanto dure possono essere le prove, possiamo continuare a fidarci di Dio.
Per noi che abbiamo la Bibbia, abbiamo il privilegio non solo di sapere delle prove di Giobbe, ma anche le grandi benedizioni che Dio gli diede dopo le prove. Fu benedetto il doppio di quanto era stato benedetto prima delle sue prove. Questo ci ricorda che le benedizioni che avremo per tutta l’eternità, saranno molto più grandi di quanto siano state le prove di questa vita.
Tutto questo è perché il Signore è pieno di compassione e di misericordia. Egli non ci tratta come meritiamo, ma in base alla sua grazia. O che possiamo conoscere di più il carattere di Dio. O che possiamo sopportare le nostre prove, sapendo che dopo, c’è qualcosa di meraviglioso che ci aspetta.
v.12 il nostro sì sia sì

Adesso, leggiamo il v.12 per concludere questo brano.
Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio.
Più volte in questo brano, Giacomo ci ha ricordato di tenere i nostri occhi sul ritorno di Cristo. Gesù Cristo ritorna per giudicare il mondo. Allora, qui al v.12, Giacomo ci ricorda che dato che Gesù ritorna per giudicare, dobbiamo stare molto attenti a come parliamo. Dobbiamo parlare con verità. Non dobbiamo giurare. I Giudei avevano l’abitudine di giurare spesso, perché spesso non dicevano la verità, e perciò, giuravano quando volevano convincere qualcuno che dicevano la verità. Anche oggi le persone fanno la stessa cosa. Invece Gesù ci insegna nel vangelo, e Giacomo ripete l’insegnamento di Gesù, che secondo Dio, dobbiamo sempre parlare con onestà, in modo che il nostro “sì” sia un vero “sì”, e il nostro “no” sia un vero “no”. Così chi ci ascolta può sapere che diciamo la verità, senza bisogno di giuramenti. Dobbiamo rispecchiare la santità di Dio. Dobbiamo ricordare che Dio è verità e odia la menzogna. Non c’è spazio per la menzogna per chi appartiene a Dio. Per questo, sapendo che compariremo davanti al tribunale di Cristo, dobbiamo parlare in modo completamente onesto. Così, non cadremo sotto il giudizio.
Conclusione

Allora, riassiumiamo ciò che abbiamo visto nel brano di oggi. Credo che ci siano due punti principali. Prima, dobbiamo riconoscere che i beni e i soldi che Dio ci dà servono per i nostri bisogni, ma quando riceviamo più di quello che serve, abbiamo la responsabilità di adoperare quello che abbiamo in più per la gloria di Dio. Accumulare più di quello che ci serve è un peccato, perché dimostra un cuore attaccato alle cose, anziché attaccato a Dio. Quanto è importante che non viviamo in un modo molto attaccato ai soldi e alle cose, per evitare questo peccato. Quanto è importante tenere i nostri occhi sulle cose di Dio.
La seconda cosa centrale che abbiamo visto in questo brano è l’importanza di fissare i nostri occhi in avanti, aspettando il ritorno di Cristo.
Tutto quello che questo mondo ci offre, in bene e in male, passerà. Cristo Gesù sta per ritornare, e quando sarà tornato, questa vita non ci sarà più. Avremo una nuova vita con Lui. Perciò, Dio ci chiama ad aspettarlo pazientemente, non scoraggiandoci, non accumulando ricchezze che poi lasceremo, ma fortificando il nostro cuore, per fissare i nostri occhi sempre in avanti.
Perciò, dobbiamo utilizzare i mezzi che Dio ci ha dato per fortificare i nostri cuori. Dobbiamo usare la preghiera, e la Parola, e le nostre adunanze come chiesa. Abbiamo bisogno dell’insegnamento e dell’esortazione e dell’incoraggiamento l’uno dell’altro. Solo così possiamo fortificare il nostri cuori. Se non utilizziamo questi mezzi, ci troveremo deboli durante le prove, e sarà molto difficile guardare in avanti. Allora, fortifichiamo i nostri cuori, utilizzando i mezzi che Dio ci ha dato, per rimanere saldi nel giorno malvagio.
Non lamentiamoci. Stiamo attenti a come parliamo, perché quando Cristo ritornerà, ci sarà un giudizio per i non salvati, ma ci sarà anche un giudizio per i credenti. Perciò, viviamo alla luce della nostra eternità.
Grazie a Dio per l’opera di Cristo sulla croce, che possiamo aspettare pazientemente il suo ritorno, sapendo che ritorna per rendere manifesta la nostra salvezza, che Egli ha compiuto.
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