La paternità dell’epistola agli Ebrei è sconosciuta, tuttavia, ciò non influisce sulla canonicità e sul suo valore dottrinale. Di questa lettera non conosciamo lo scrittore, ma ne conosciamo l'Autore: Dio.
Intorno allo scopo di questa missiva possiamo affermare che, sebbene oggi, le argomentazioni della lettera siano valide per tutti i credenti, appare chiaro come originariamente esse fossero indirizzate soprattutto ai cristiani provenienti dal giudaismo, i quali erano in serio pericolo di tornare alle le forme cerimoniali del culto ebraico (cfr. Atti 7:6; Atti 15:1). La preoccupazione dello scrittore è perciò, soprattutto, di carattere dottrinale e consiste nel mettere in evidenza la superiorità della “Dispensazione della grazia” rispetto a quella della “Legge”. Il libro fu scritto prima della distruzione di Gerusalemme e del tempio, che avvenne per opera dei Romani nel 70 d.C.
Il testo di Ebrei 10:36 introduce un argomento importante: “La costanza”.
Sguardo generale.
Cos’è la costanza? È: “Fermezza, tenacia, inflessibilità, fedeltà, stabilità, persistenza, saldezza, coerenza” (Dizionario Zanichelli ’94).
La mancanza di costanza è un problema che affligge ogni credente e in modo particolare i giovani. Gli esempi biblici al riguardo sono molteplici. Fra questi spicca sicuramente la vita di Pietro nei tre anni che seguì il Maestro. Per l’alternarsi dei suoi stati d’animo, egli appare come una sinusoide (Matteo 14:28,29; 14:30-31; Matteo 16:13-16; Matteo 16:21-23; Giovanni 13:5-8; Giovanni 13:8-10; 13:36-37; Matteo 26:56; Giovanni 18:10-11; Matteo 26:58; Giovanni 20:3-7; 21:3). In questo studio affronteremo:
Ø LE TRE CAUSE CHE PORTANO ALL’INCOSTANZA;
Ø LE TRE CONSEGUENZE CHE QUESTA INCOSTANZA COMPORTA;
Ø LE TRE SOLUZIONI CHE LA PAROLA DI DIO CI PROPONE.
Le tre cause dell’incostanza
1. PRIMA CAUSA: PROMESSE NON MANTENUTE. A volte c’è un gran divario tra quello che promettiamo a Dio e quello che riusciamo a mantenere (Proverbi 20:25; Ecclesiaste 5:1-7). Abramo: un esempio da imitare(Genesi 18:1-
.
2. SECONDA CAUSA: DIPENDERE DAGLI ALTRI. Non c’è nulla di male nell’essere stimolati dall’esempio positivo di altri uomini di Dio (Filippesi 3:17)ma molte volte il nostro umore è legato alle loro esperienze (2Cronache 24:1-3,17-18).
3. TERZA CAUSA: POCA CONOSCENZA DELLA PAROLA DI DIO. Un esempio è quello dei discepoli dopo la crocifissione di Gesù (Luca 24:13-26 cfr. con Marco 10:32).
Le tre conseguenze dell’incostanza
1. PRIMA CONSEGUENZA: PERDITA DI FIDUCIA DA PARTE DEGLI ALTRI.L’incostanza produce nella nostra vita la mancanza di fiducia da parte degli altri (Matteo 21:28-31; Luca 9:57,58).
2. SECONDA CONSEGUENZA: PERDITA DI FIDUCIA IN NOI STESSI. Dobbiamo avere un concetto sobrio di noi stessi (Romani 12:3); è deleterio avere un concetto troppo alto o molto basso (1Corinzi 15:10).
3. TERZA CONSEGUENZA: PERDITA DEL TEMPO PREZIOSO. L’incostanza ci fa perdere tante occasioni di servire il Signore che non recupereremo mai più (Ebrei 12:17).
Le tre soluzioni all'incostanza
A) PRIMA SOLUZIONE: ESAMINIAMOCI ATTENTAMENTE. Esaminiamo qual è veramente la nostra disponibilità per Dio e non andiamo oltre quello che possiamo offrire. Giovani cerchiamo di essere noi stessi davanti al Signore (Salmo 139:1-13,23-24; 1Re 14:1-6).
B) SECONDA SOLUZIONE: GUARDIAMO SOLO A GESÙ. Ricordiamo che anche il più grande predicatore è un uomo imperfetto, con i suoi limiti e i suoi difetti Matteo 14:26-31. Guardiamo a Gesù, esempio perfetto (Ebrei 12:1,2).
C) TERZA SOLUZIONE: SVILUPPIAMO UN INTENSO RAPPORTO CON LA PAROLA DI DIO. Giosuè si trovò a sostituire Mosè e il Signore gli disse come doveva avere con Lui un intenso rapporto attraverso la Parola (Giosuè 1:
. Possa essere rivolto a ciascuno di noi l’elogio da parte dell’apostolo Paolo ai credenti di Tessalonica (1Tessalonicesi 2:13). Applichiamo la Parola di Dio alla nostra vita (Salmo 119:1; Apocalisse 3:10,11).
CONCLUSIONE. Nei momenti di crisi economica, sociale, morale, religiosa, spirituale, cercasi persone che facciano sul serio e nei quali vi è lo Spirito di Dio
Isaia 6:8 “Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»
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