E' giusto pregare i santi ?
Il catechismo della Chiesa Cattolica invita i fedeli a pregare coloro i quali, grazie alle buone opere compiute, sono stati da essa dichiarati santi:
"I testimoni che ci hanno preceduti nel regno, specialmente quelli che la Chiesa riconosce come santi, condividono la tradizione vivente della preghiera mediante l'esempio delle loro vite... Essi contemplano Dio, lo lodano e si prendono costantemente cura di quelli che hanno lasciato in terra. La loro intercessione è il loro più elevato servizio nel piano di Dio. Possiamo e dovremmo chiedere loro di intercedere per noi e per il mondo intero" (CCC, pag. 645, #2683 - si veda anche pag. 249, #956).
Iniziamo col definire la parola santo. La Chiesa Cattolica insegna che un santo è uno dei pochi che, a motivo delle buone opere compiute mentre era in vita, viene dichiarato santo dopo la sua morte:
"Canonizzando alcuni dei fedeli, cioè, proclamando solennemente che essi hanno praticato eroica virtù e hanno vissuto in fedeltà alla grazia di Dio, la Chiesa riconosce il potere dello Spirito di santità dentro di sè e sostiene la speranza dei credenti proponendo loro i santi come modelli ed intercessori" (pag. 219, #828).
Secondo la Bibbia, invece, ogni credente che ha accettato il Vangelo e ha ricevuto personalmente Gesù Cristo come proprio Salvatore è un santo. L'apostolo Paolo, ad esempio, scrisse queste parole a tutti i santi (cioè ai Cristiani viventi) in Roma:
"...a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati a essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo" (Romani 1:7 - si vedano anche, in particolare, Filippesi 1:1 e 2 Corinzi 1:1).
Molti altri versi spiegano la stessa verità:
"A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo" (Efesini 3:8).
"Ed Egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo" (Efesini 4:11-12).
(Si vedano anche: Atti 9:13; 9:32; 9:41; 26:10; Romani 8:27; 12:13; 15:25; 15:26; 15:31; 16:2; 16:15; 1 Corinzi 6:1, 2 Corinzi 1:1, Efesini 1:1, e gli altri molti riferimenti presenti nel Nuovo Testamento).
PERCHÈ QUESTA DOTTRINA?
La Chiesa Cattolica dunque ha scartato la definizione scritturale di "santo" e ne ha ideata una nuova, istruendo i fedeli a pregare i santi defunti.
La domanda è: perché pregare altri, quando l'Iddio dell'universo è in cielo e attende le nostre preghiere per ascoltarci e risponderci?
I defunti sono nostri intercessori?
Secondo la teologia cattolica, i santi defunti "intercedono per noi presso il Padre". Ma noi Cristiani sappiamo che Gesù Cristo è il nostro unico intercessore. La Bibbia dichiara che non ve ne sono altri:
"Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù" (1 Timoteo 2:5).
"Egli (Gesù) può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro" (Ebrei 7:25).
Insegnare il contrario è una tradizione inventata dagli uomini, contraria alla Parola del Signore.
Vediamo un'altra citazione dal catechismo cattolico, riguardante i santi:
"Esattamente come la comunione cristiana tra noi pellegrini ci porta più vicini a Cristo, così la nostra comunione con i santi ci unisce a Cristo..." (pagg. 249-250, #957).
Secondo la chiesa cattolica, pregare i santi avvicinerebbe le persone a Cristo. In realtà, neppure questa dottrina è presente nella Bibbia.
Infatti, questa pratica di avere comunione con i morti è pericolosamente simile alla negromanzia, una pratica severamente condannata da Dio (si legga ad esempio Deuteronomio 18:10-12), e ciò nonostante, viene insegnata dalla Chiesa Cattolica anche nella forma della preghiera per i defunti, che sarebbe "...in grado non solo di aiutarli, ma anche di rendere efficace la loro intercessione per noi" (pag. 250, #958).
PREGHIERE PER I MORTI E LORO INTERCESSIONE
Ricordiamo che quando la Bibbia dice che i morti non sanno nulla (Eccl. 9:5), intende dire che non sanno più quello che avviene sulla terra, né quello che avviene ai loro congiunti, fratelli, sorelle, ecc. Nel libro di Giobbe per esempio è detto a proposito dell'empio che muore che "se i suoi figli salgono in onore, egli lo ignora; se cadono in disprezzo, egli non lo vede" (Giob. 14:21). E nel libro di Isaia è scritto che gli Israeliti dicevano a Dio: "Abrahamo non sa chi siamo, e Israele non ci riconosce" (Is. 63:16). I morti dunque non sanno nulla di noi e neppure dobbiamo contattarli, pregarli, o invocarli. Infatti la consultazione dei morti a favore dei vivi è una pratica condannata dalla Parola di Dio (cfr. Lev. 19:31; Deut. 18:9-12), e Saul, per averla praticata, fu fatto morire da Dio (cfr. 1 Cron. 10:13).
CONCLUSIONE
La domanda che ciascuno deve porsi è: perché la Chiesa Cattolica preferisce che gli uomini preghino questo o quel santo defunto, piuttosto che l'Iddio vivente e onnipotente che risponde alla preghiera dei Suoi figli?
Se conosco un Dio onnipotente Creatore e Signore del cielo e della terra, il quale si dichiara di amore infinito e paterno, cosa può indurmi a chiedere grazie ad altri soggetti?
L'intercessione del Figlio di Dio, il Signore Gesù, non è abbastanza per noi? Il Creatore dell'Universo ha bisogno dell'aiuto dei defunti affinché possa persuadere il Padre ad aiutarli? Che attitudine degradante verso il Signore Gesù Cristo!
Sappi dunque che se queste tradizioni umane non corrispondono a verità, allora tutte le tue preghiere ai "santi" sono inutili.
Ma se preghi Dio attraverso Gesù, puoi reclamare delle meravigliose promesse che Dio ci ha fatto:
"Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:16).
da : camcris