La preghiera
André Gibert
La preghiera in comune, in Matteo 18, è associata alla promessa della presenza di Gesù, che è ciò che le dà il suo reale valore. Non deve mancare in un’assemblea locale una regolare riunione di preghiera, come non è possibile che un credente non preghi individualmente. Se così fosse si priverebbe del privilegio di attingere alla sorgente delle benedizioni. Non si ripeterà mai abbastanza quanto sia negativo il fatto che le riunioni di preghiera non siano frequentate; in molte località la maggioranza dei fratelli e delle sorelle sembrano disinteressarsene completamente, lasciandone solo ad alcuni la regolare frequenza.
Per essere sinceri, alcuni di coloro che vi prendono parte spesso ne falsano il carattere, con il rischio di allontanare le anime anziché attirarle! Quando le preghiere sono troppo lunghe, o fatte di ripetizioni vaghe, in cui abbondano formule banali, o diventano degli esposti di dottrina, come se dovessimo ricordare a Dio le verità della Parola, si perde molto, più di quanto si creda.
Discorsi interminabili e fastidiosi, anche se sono sinceri, impediscono ai giovani fratelli o a fratelli timidi di pregare, sia perché non se ne lascia loro il tempo, sia perché questa prolissità li scoraggia. Preghiamo pure a lungo in privato, ma tacciamolo più succintamente nell’assemblea. Molto è stato detto e scritto su questo soggetto, ma lo dimentichiamo facilmente e ricadiamo nello stesso errore tutte le volte che ci inginocchiamo in assemblea. Come si è ristorati quando vengono espressi in modo preciso, breve ma fervente, i bisogni reali che pesano veramente sul cuore di tutti.
La riunione di preghiera non s’improvvisa. Essa presuppone dei cuori preparati, dei soggetti di richiesta anticipatamente considerati, possibilmente concertati. Diremmo di più: presuppone una vita abitualmente vissuta col Signore, piena di amore per Lui ed i suoi, e quel discernimento che solo un «esercizio» continuo può dare (Ebrei 5:14). La riunione di preghiera implica d’altra parte l’accordo tra fratelli (Matteo 18:19), e dovrebbe essere l’occasione per regolare questioni controverse e giungere a un medesimo sentimento.
Principalmente essa richiede la libertà d’azione dello Spirito Santo: «Pregando per lo Spirito Santo» dice Giuda 20 (vedere anche Efesini 6:16). Non solamente Egli ci aiuta nella nostra infermità ma ci insegna a domandare quanto conviene, e dà l’ardire per farlo nel nome del Signore Gesù.
L’indifferenza per le riunioni di preghiera e la loro deformazione rappresentano i segni più appariscenti di un declino. Riunioni caratterizzate da poche preghiere o arricchite artificialmente da lunge orazioni, non sono forse la prova di una mancanza di vita spirituale? Non serve a nulla lamentarci su ciò che non va; dobbiamo piuttosto esortarci reciprocamente e ritrovare il rimedio, così semplice e così efficace: «Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per essere soccorsi nel momento opportuno» (Ebrei 4:16). Chi di noi non può ringraziare Dio d’aver trovato, in momenti difficili, il più potente incoraggiamento in una riunione di preghiera, forse umile e inutile agli occhi degli uomini, ma in cui la grazia divina ci ha fatto gustare la sua pace? (Filippesi 4:7) «Egli è fedele».