La tentazione che viene dall’esterno
Georges André
La tentazione che viene dall’esterno
Essa implica, innanzi tutto, una costrizione, il forzare qualcuno ad agire contrariamente al pensiero di Dio. Ma riveste anche il carattere di una «messa alla prova», di un test della fede. Paolo credeva che i Tessalonicesi, da poco convertiti, fossero scossi dalla prova, e desiderava conoscere qual era lo stato della loro fede, «temendo che il tentatore li avesse tentati». La persecuzione aveva raffreddato il loro zelo? Quale sollievo per l’apostolo il sapere che non era così (1 Tess. 3:5)!
Resistere alla tentazione che viene dall’esterno procura della sofferenza. Di Cristo è detto: «Egli stesso ha sofferto la tentazione (o meglio ha sofferto, essendo tentato)» (Ebrei 2:18).
Sotto la sua forma di «messa alla prova», o di «disciplina», essa, è vero, «sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa» (Ebrei 12:11).
La tentazione «dall’esterno» assume così diversi caratteri:
a) La persecuzione
La persecuzione può essere brutale, come nei primi secoli del Cristianesimo o durante la Riforma in Europa; e sta aumentando nei nostri giorni, in molti Paesi dove i cristiani sono maltrattati, imprigionati, deportati, e soffrono in tanti modi diversi. Nelle nostre regioni essa può assumere una forma meno accentuata, come la calunnia, gli svantaggi che un credente può subire nella carriera professionale, le liti, le ingiustizie. Sono tutti sforzi di Satana per scuotere la fede, raffreddare lo zelo cristiano, portare a velare la testimonianza anche fino al rinnegamento.
b) La messa alla prova
«Beato l’uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superta, riceverà la corona della vita» (Giacomo 1:12).
Questa «tentazione» ha per scopo di svelare, attraverso una prova, la qualità, i difetti, la realtà della fede di qualcuno. Essa può essere permessa da Dio, se necessario (1 Pietro 1:6), ma può anche essere voluta da Dio: «Dio mise alla prova Abrahamo» (Genesi 22:1). Dio opera in disciplina verso i suoi per la loro educazione, «affinché siano partecipi della sua santità» in modo pratico (Ebrei 12:7,10).
c) Gli elementi della tentazione
Sono innanzi tutto gli uomini che odiano Dio e i suoi: «Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me... poiché non siete del mondo... perciò il mondo vi odia». Questo rifiuto può essere dissimulato da cortesia e buone maniere, ma fondamentalmente rimane. Bisogna stupirsene?
Anche le circostanze possono diventare una tentazione dall’esterno, un test della fede, come il verme che distrusse il ricino di Giona, mettendo la sua pazienza alla prova (Giova 4). Chi c’era dietro il verme se non Dio stesso? Così Egli può permettere, preparare la prova, perché lo giudica buono. Altre volte può essere Satana ad incitare gli uomini contro i figli di Dio, oppure ad influenzare le loro circostanze.
d) Il Signore Gesù spesso è stato tentato
Ebrei 4:15 ci dice «Egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato (o senza peccato)». Pensiamo agli sforzi del tentatore nel deserto, all’opposizione costante dei Farisei e degli altri capi del popolo, all’incitamento di un discepolo, Pietro, che voleva impedirgli di affrontare la croce. In ogni cosa Egli «ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori». Ma in Lui non esisteva la concupiscenza carnale, niente l’attirava verso il male. Tutti questi diversi tipi di tentazione non hanno fatto altro che mettere in evidenza la sua perfezione: «Egli non commise peccato... Egli non ha conosciuto peccato... In Lui non c’è peccato» (1 Pietro 2:22; 2 Corinzi 5:21; 1 Giovanni 3:5). Per questo Ebrei 4:15 aggiunge questa frase con enfasi: «senza peccare».