Culto Cristiano
di Roberto Bracco
I culti cristiani devono essere la manifestazione chiara dello Spirito Santo. I credenti devono essere gli strumenti e lo Spirito deve essere il Maestro divino che muove, che usa, che suona.
I cantici devono essere ispirati e devono essere resi melodiosi dallo Spirito, le preghiere devono essere sospinte e guidate dallo Spirito, le prediche devono essere unte e rese potenti dallo Spirito e tutto, tutto quello che si compie durante la riunione di culto deve procedere direttamente dallo Spirito.
Lo Spirito è ordine, ma ordine divino e perciò i culti cristiani non possono essere disciplinati da un ordine umano, ma devono essere regolati dallo Spirito. Lo Spirito è ricchezza, ma ricchezza celeste e perciò i culti cristiani non possono essere resi perfetti dalle capacità umane, ma devono essere potenziati ed arricchiti dallo Spirito.
Consideriamo più attentamente queste affermazioni: – Lo Spirito è ordine!
Che vuol dire “lo Spirito è ordine”? Vuol dire forse che lo Spirito è sottoposto all’ordine che noi stabiliamo?
Certamente no! Lo “Spirito è ordine” vuol dire che tutto quello che lo Spirito fa rientra nel piano e nella volontà di Dio; tutto è armonia, perfezione, equilibrio.
Se lo Spirito in una riunione di culto guida la chiesa a trascorrere tutto il tempo della riunione stessa in preghiera, quello è ordine. Se lo Spirito un’altra volta ispira a trascorrere la maggior parte del tempo, a salmeggiare e cantare davanti a Dio, quello è ordine.
Lo Spirito Santo conosce quando dobbiamo compiere una cosa e quando ne dobbiamo compiere un’altra; conosce quando abbiamo bisogno di un alimento spirituale e quando abbiamo bisogno di un alimento spirituale diverso e perciò soltanto lo Spirito Santo può guidare tutte le cose con ordine perfetto.
Il nostro “ordine” invece, cioè l’ordine da noi stabilito con “saggezza umana” è un ordine meccanico formalista, che non può e non sa andare incontro ai bisogni del cuore, e non può e non sa glorificare il nome di Dio.
Noi pensiamo che un culto deve sempre iniziare con una formula liturgica, deve avere poi due o tre cantici e dopo i cantici deve avere la preghiera e quindi ancora un cantico; proseguendo deve avere le testimonianze, la predica e quindi terminare con un cantico, una preghiera ed una benedizione finale.
Quest’ordine è l’ordine stabilito da noi e se lo Spirito vuol cambiare questo programma noi ci rifiutiamo di ascoltare e di seguire lo Spirito. Forse la chiesa ha bisogno soltanto di preghiere, ma noi invece riserviamo soltanto alcune briciole del nostro tempo alla preghiera; forse molti credenti avrebbero bisogno di essere benedetti da un culto pieno di cantici di lode e di gloria, ma noi invece cantiamo quei cantici obbligati dalle diverse fasi della riunione; cantico di apertura, cantico di preghiera, cantico di testimonianza, cantico d’intercessione o di ringraziamento.
Nel nostro ordine umano c’è un disordine spirituale anzi addirittura una confusione, perché noi facciamo quello che ci siamo proposti di fare senza attendere che lo Spirito ci guidi in ogni riunione secondo il piano e la volontà di Dio.
Ma lo Spirito non è soltanto ordine, è anche potenza e ricchezza. Questo vuol dire che quando lo Spirito guida completamente le riunioni di culto i credenti vengono arricchiti dalle benedizioni della potenza divina, ma quando invece i culti si svolgono sul piano delle capacità e dei programmi umani, i credenti non ricevono nulla che possa realmente incoraggiarli e fortificarli.
Oggi ci sono, come sempre ci sono stati, cristiani che hanno una franchezza naturale ed una parola facile; questi cristiani, soltanto perché hanno il coraggio e la capacità di parlare, più o meno bene, in pubblico, si sentono nel diritto di far udire continuamente la loro voce: pregano, testimoniano, esortano, ammaestrano… senza essere mai guidati dallo Spirito e senza riuscire quindi di benedizione alla chiesa.
Frequentemente, purtroppo, udiamo preghiere o testimonianze che ripetono e ripetono le medesime parole che abbiamo udite decine di volte e quello che udiamo è freddo, vuoto, meccanico e non suscita nessun sentimento positivo nel nostro cuore; forse qualche volta suscita un sentimento di ribellione contro queste abitudini e queste forme che non tramontano mai e che mettono in evidenza soltanto l’orgoglio, la presunzione e l’insensibilità dell’uomo carnale.
Quello che viene dallo Spirito invece è vita e comunica la vita a tutti coloro che ascoltano; forse sono soltanto poche parole di lode a Dio o forse è soltanto una breve esortazione, ma nella lode c’è la vita e nell’esortazione c’è la vita. Quando colui che prega è guidato dallo Spirito, tutti sono trasportati in alto, verso le sfere celesti dalla potenza divina, e quando colui che ammaestra agisce sotto l’unzione dello Spirito, tutti sono raggiunti profondamente dall’efficacia della parola predicata da parte di Dio.
Lo Spirito può anche usare la franchezza e la facilità di parola del credente, ma può anche far parlare con potenza e con sapienza infinita coloro che non hanno franchezza ed eloquenza, quindi lo Spirito può usare tutti, può sospingere tutti, può far parlare tutti.
La chiesa cristiana dunque deve raccogliersi soltanto per ricevere lo Spirito e per far muovere liberamente lo Spirito in ogni riunione di culto. Deve saper chiedere ed aspettare affinché in ogni riunione lo Spirito possa largire i doni come Egli vuole, e a chi Egli vuole.
I doni dello Spirito sono chiaramente elencati nella Parola di Dio; essi sono quei medesimi doni che erano visibilmente manifestati nella chiesa apostolica e che rappresentavano il programma delle riunioni di culto fra i cristiani di quell’epoca. Anche oggi, come diciannove secoli fa, nelle riunioni di culto, si devono manifestare doni di lingua e doni d’interpretazione; doni di profezia e doni di discernimento; doni di sapienza e doni di scienza; doni di fede e doni di potenza e di guarigioni. Queste manifestazioni non devono apparire soltanto “qualche volta” o in qualche rara occasione, ma devono apparire sempre e devono riempire il culto cristiano perché il culto cristiano deve essere traboccante di potenza soprannaturale, e perciò deve essere controllato, ispirato e guidato dallo Spirito Santo.
Esiste forse un passo della Bibbia ove troviamo scritto che in ogni culto ci devono essere le “testimonianze”? In quale passo della Bibbia troviamo scritto che nelle riunioni di culto tutto deve essere compiuto seguendo una regola meccanica? Soprattutto in quale passo della Bibbia troviamo scritto che possono esserci riunioni di culto senza la manifestazione della profezia, della fede, della sapienza o degli altri doni dello Spirito?
Il culto cristiano controllato, ispirato e guidato totalmente dallo Spirito è scomparso o sta per scomparire perché questa particolare verità biblica non viene più tenuta in onore nel seno delle chiese. Sembra quasi che i cristiani abbiano più fiducia nell’organizzazione liturgica che non nella guida divina e sembra anche che abbiano più fiducia nella cultura teologica e nella preparazione umana e intellettuale che non nell’ispirazione celeste.
E’ meglio avere un programma unico per tutte le chiese, è meglio avere un programma studiato in tutti i particolari; è meglio che parlino soltanto quelli che parlano sempre e quindi che son capaci nel parlare, cioè che son capaci a testimoniare, pregare, esortare…questo è quello che oggi si pensa nelle chiese e che si dice nelle chiese. Infatti le chiese procedono esattamente secondo queste regole di prudenza e saggezza umana.
Purtroppo però quello che “è meglio” secondo l’uomo, non “è meglio” secondo lo Spirito e perciò noi oggi godiamo “il meglio” della carne, ma perdiamo ciò che “è il meglio” dello Spirito. I nostri culti sono ordinati, organizzati e forse diventano anche sempre più perfetti nei cantici, nelle testimonianze, nelle prediche, ma diventano sempre più aridi e sempre più poveri spiritualmente; c’è molta preparazione umana, molta saggezza umana, ma c’è poca presenza dello Spirito e poca guida dello Spirito.
La verità che dobbiamo tornare a proclamare è semplice: Le riunioni di culto devono essere restituite all’autorità dello Spirito Santo e alla guida dello Spirito. Non dobbiamo mai sapere anticipatamente quello che faremo in una riunione di culto, non dobbiamo sentirci legati e paralizzati da un qualsiasi programma.
Devono parlare tutti coloro che lo Spirito “vuole” che parlino ed altresì tutti coloro che non sono sospinti dallo Spirito devono tacere.
Quelli che “si sentono” di parlare, non si devono sentire da loro stessi, ma si devono “sentire” comandati, anzi forzati dallo Spirito. Se si sentono soltanto perché “sentono di farsi udire” o perché “si sentono capaci di parlare” o perché “nessun altro testimonia o nessun altro prega”; se si sentono per questi motivi banali ed umani è meglio che chiudano strettamente le loro labbra per non cedere alla tentazione di muovere di proprio senno la loro lingua e dire bugiardamente: “Il Signore ha detto…”.
Nelle riunioni di culto non devono mancare i doni dello Spirito, non devono mancare mai; devono esser presenti sempre e in abbondanza perché altrimenti la riunione non è una riunione spirituale, una riunione ed un culto cristiano.
Tutti devono vedere e riconoscere chiaramente che Iddio è presente nella riunione; che Iddio guida la riunione; che Iddio parla nella riunione; le preghiere devono salire come sospiri ineffabili suscitati dallo Spirito, i cantici si devono elevare come una melodia celeste, le profezie devono giungere piene di potenza come espressioni della volontà di Dio e poi non devono mancare i messaggi in lingua, le interpretazioni, le potenti operazioni.
In conclusione il culto cristiano deve essere un esercizio spirituale realmente soprannaturale; un esercizio nel quale tutto sia sorpresa meravigliosa e tutto sia manifestazione della presenza e della guida dello Spirito Santo.
Verità dimenticata, pratica trascurata o piuttosto benedizione negletta, e fino a tanto che le chiese cristiane continueranno ad essere soddisfatte di quelle riunioni di culto ove tutto è preparato, tutto è previsto e dove la “libertà dello Spirito” è soltanto una formula per consentire ai presuntuosi o agli insensibili di esternare i propri sentimenti, la gloria del ministero dello Spirito non sarà più visibile nel seno del popolo del Signore.
E’ necessario umiliarsi sinceramente nella presenza di Dio, come è necessario cominciare ad esercitare arditamente la fede; è necessario chiedere una pienezza di Spirito, come è necessario dar vita agli impulsi dello Spirito. Dobbiamo cioè nascondere noi stessi in Dio perché soltanto Dio sia esaltato e glorificato nella nostra vita; dobbiamo compiere quei passi che lo Spirito ci spinge a compiere anche quando ci sembra di non saperli compiere; dobbiamo chiedere inistancabilmente piogge di Spirito Santo sulla nostra anima ed infine dobbiamo realizzare che Iddio ci ha unti di Spirito per darci la potenza, la gioia, l’assistenza. la guida ed i doni dello Spirito.
Quando ci metteremo su questo piano di vita cristiana potremo ritornare ai culti apostolici che erano i veri culti cristiani e che erano ben differenti dalle riunioni di culto che noi teniamo. Allora non vedremo e non sentiremo più credenti lanciati in una corsa per aprire disordinatamente le labbra alla preghiera o all’esortazione; non vedremo e non udremo più credenti che con la loro testimonianza inopportuna o la loro orazione fuori tempo e fuori della guida di Dio, spezzeranno e turberanno la comunione della chiesa con Dio; non vedremo e non sentiremo più sempre gli stessi fratelli e le stesse parole, ma nell’esercizio del culto, vedremo e sentiremo soltanto la presenza benedetta dello Spirito che guiderà ogni cosa nella volontà di Dio concedendo alla chiesa benedizione ed edificazione nell’esercizio del vero ministero cristiano e nella manifestazione di tutti i doni dello Spirito.
Sarà, in altre parole, la vittoria dello spirituale sul carnale, la vittoria del soprannaturale sul naturale, la vittoria dell’armonia sul caos, la vittoria del prezioso sul vile.
Nessuno si turbi per queste affermazioni, ma in realtà oggi esistono troppe manifestazioni di carnalità, di capacità naturali, di disordine spirituale, di superficialità ministeriale. Parlare, far da maestri, guidare in preghiera quando manca la guida divina significa manifestare tutte queste realtà negative in una volta sola.
Ricordiamoci che Iddio ha scelto i poveri del mondo e i pazzi del mondo e li ha chiamati a vivere nella libertà dello Spirito; questo piano di Dio è glorioso, ma è anche…pericoloso. Se i poveri ed i pazzi agiscono nella potenza di Dio diventano potenti e savi, ma se agiscono sul piano naturale sono e rimangono soltanto poveri e pazzi; e se questo popolo si muove realmente nella libertà dello Spirito, mostra e dimostra l’armonia di un ordine divino, ma se usa la “libertà” per una occasione della carne, mostra soltanto la confusione derivante dall’incapacità.
Dobbiamo essere grati a Dio quando usa gli incolti per amministrare i suoi doni spirituali, ma non possiamo essere grati agli incolti quando, muovendosi o parlando da loro stessi danno soltanto spettacolo della loro ignoranza. Dobbiamo essere grati a Dio per la meravigliosa libertà che ci ha concessa per muoverci nelle sfere spirituali, ma non possiamo essere grati a tutti quei credenti che si credono liberi fino al punto di affliggere e turbare la chiesa esercitando doni e ministeri che sono il frutto della loro immaginazione esaltata dalla presunzione.
Culto cristiano: spettacolo di armonia celeste, fonte di potenza divina; manifestazione sublime di quel ministero che Iddio ha dato alla chiesa; di quel ministero che nella chiesa e attraverso la chiesa deve far risplendere la gloria di Dio (2 Cor. 3:18).
Torniamo, sì torniamo a questo culto spirituale, frantumando inesorabilmente le forme delle nostre povere riunioni ove troppo spesso l’ignoranza umana e l’insensibilità spirituale prevalgono per deprimere gli animi e per esaltare l’orgoglio umano; torniamo alla potenza dello Spirito, alla guida dello Spirito, al ministero dello Spirito, ai doni dello Spirito affinché realmente lo Spirito ci possa nutrire, elevare e condurre nel piano meraviglioso della volontà di Dio.