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 QUELL’UOMO PUOI ESSERE TU

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QUELL’UOMO PUOI ESSERE TU
QUELL’UOMO PUOI ESSERE TU Presen10
di Roberto Bracco

Il mondo non ha ancora veduto quello che Dio può fare per un uomo, in un uomo, attraverso un uomo! Un uomo che sappia consacrare se stesso fino al punto di dipendere soltanto da Dio, da desiderare soltanto la gloria di Dio, da cercare esclusivamente l’approvazione di Dio può realizzare tutta la potenza necessaria per sorprendere e sconvolgere il mondo. Le testimonianze che sono state rese al mondo, attraverso i secoli che ci hanno preceduti, sono state, indubbiamente, testimonianze luminose di potenza e di santità, ma nessuna di esse ha espresso la gloria di Dio nella sua pienezza. Eppure abbiamo letto di uomini, donne, giovani che hanno affrontato il martirio con serenità, con fermezza; abbiamo letto pagine sublimi che ci hanno posto davanti alla santità risplendente degli eroi della croce sì, ma ancora non è apparso l’uomo che abbia manifestato nella sua vita e attraverso la sua vita tutto lo splendore e tutta la potenza del cielo.

Iddio può fare ” in un uomo ” oltre e ancora di più di quello che ha fatto per quanti lo hanno invocato fino ad oggi. Iddio ha compiuto cose meravigliose per Abramo, Isacco, Giacobbe; ha accompagnato con doni celesti i profeti, i re, i Giudici di Israele; ha colmato di favori divini i suoi servi in ogni secolo, ma ancora non ha ” potuto fare ” tutto quello che egli può fare a favore di un uomo. Nei suoi rapporti con l’individuo ci è stato sempre un ostacolo, un limite posto naturalmente dall’uomo stesso, che ha fermato la mano di Dio. Iddio ” ha fatto ” ma avrei devoluto e avrebbe potuto fare di più, infinitamente di più.

Dio può fare ” è un uomo ” oltre il limite di quello che a fatto in tutti coloro che sono stati incontrati dalla Sua potenza divina. Noi pensiamo alle schiere di credenti che sono stati trasformati, rigenerati; pensiamo alle moltitudine guarite dalla mano misericordiosa dell’Eterno, ai servi fortificati, illuminati; pensiamo insomma alle molteplici manifestazioni dell’azione di Dio ” nell’uomo ” e contempliamo ammirati quello che Egli ha fatto, ma indugiamo a concludere che Iddio non ha fatto per l’uomo quello che poteva fare, che voleva fare.

Fino ad oggi il mondo non ha veduto quello che Dio può fare in un uomo perché ancora non è apparso sulla scena della storia d’individuo disposto a mettersi nelle mani dell’Artefice, come argilla priva di volontà, di resistenza e finanche di raziocinio.

Il mondo non ha neppure veduto quello che Iddio può fare “attraverso un uomo” perché se è vero, ed è vero, che tutti i secoli hanno ammirato almeno un portatore di luce, è anche vero che nessuno, fino a oggi, ha portato tutta la luce e tutta la gloria di Dio. Non sono mancati gli uomini, i revivalisti, come vengono chiamati oggi, che hanno saputo raccogliere una fiaccola divina per agitarla fra le tenebre di un mondo agonizzante; questi eroi della fede hanno mostrato la potenza di Dio, l’autorità di Dio ed attraverso la loro vita o la loro strumentalità Iddio ha operato salute fra i popoli. Attraverso loro, si attraverso loro, Iddio ha salvato schiere di peccatori e guarito folle di ammalati; intere nazioni sono state illuminate e risvegliate e milioni di coscienze sono state rese sensibili; Iddio riforma verrà raro votò cose straordinarie e far attraverso questi uomini, che pure il mondo ancora non ha veduto ” l’uomo ” attraverso il quale Dio abbia potuto manifestare tutta la sua divina salute.

Iddio può dare di più, può fare di più, può usare di più. Egli può manifestare potenza e gloria entro i limiti eterni ed infiniti della Sua personalità quindi fuori e sopra tutti i limiti imposti dalla personalità umana. Perché avvenga questo è necessario che un uomo, un uomo qualsiasi, rinunci totalmente alla propria personalità affinché Dio possa manifestare la Sua personalità.

Abbiamo detto ” un uomo qualsiasi ” perché abbiamo voluto dire che non sono richieste altre condizioni oltre quella della rinuncia; il sesso non importa, la cultura non importa, l’età non importa, la condizione sociale non importa; un uomo, proprio un uomo qualsiasi può mostrare al mondo tutto quello che Dio può fare ” per, in, e attraverso ” un involucro di carne.

Forse ancora nessuno ha compreso pienamente il significato del verbo rinunciare e più sicuramente ancora nessuno lo ha totalmente adempiuto nella propria vita. Vogliamo provare a spiegare il significato di una parola che a profondità abissali, benché riconosciamo che la pretesa pecca alquanto di presunzione; ma a noi non è consentito di lasciare l’argomento sospeso nell’indefinito.

Rinunciare: ” abbandonare volontariamente una cosa alla quale si aveva o si pensava di avere diritto “. Questa spiegazione linguistica rappresenta naturalmente, soltanto l’aspetto più superficiale del nostro verbo; comunque serviamoci di essa come di un punto di partenza.

” Abbandonare volontariamente “; cioè mettere in movimento la propria volontà fino alla concretizzazione dell’azione; nel nostro caso quindi significherebbe mettere in movimento la volontà fino all’abbandono della volontà. Siamo in pieno paradosso filosofico: come si può abbandonare la volontà se per abbandonare la volontà è necessaria la volontà?

E’ proprio sul piano del paradosso, dell’assurdo, che si compie il miracolo del rinunciamento: la volontà umana e entra in azione per seguire una direttrice inversa a quella naturale e spinge il movimento fino al punto dove spontaneamente si verifica quella può essere definita un fenomeno di autodisintegrazione. Più semplicemente possiamo dire che in Cristo si verifica quello che è compibile dal punto di vista umano perché è con Lui ed in Lui che la volontà umana può essere tesa fino a spezzarsi nella Sua volontà; l’uomo non rimane senza volontà, ma la volontà umana si polverizza per dar luogo alla volontà divina.

E’ difficile dire come e quando avviene questo fenomeno spirituale, ma è facile affermare, sulla indiscutibile autorità della Scrittura, che essa non soltanto avviene, ma avviene esattamente nei termini descritti. La volontà umana scompare e quindi l’individuo cessa di avere un programma proprio, una finalità propria, degli scopi; egli si svuota di se stesso per accogliere Cristo nella manifestazione della Sua,e quindi il programma di Cristo, le finalità, gli scopi di Cristo.

Purtroppo tutti i cristiani, senza neanche escludere i grandi eroi della fede, hanno accettato ed accettano la volontà di Cristo soltanto parzialmente e di conseguenza si propongono, è vero, il programma di Cristo, ma hanno anche il loro programma; cercano di mirare esclusivamente alle finalità e agli scopi di Cristo, ma mirano invece anche alle loro finalità e ai propri scopi.

La volontà umana anche se espressa da un servo di Dio, non asseconda mai l’opera di Dio ed ecco perché possiamo dire, dobbiamo dire: ” Il mondo non ha ancora veduto quello che Iddio può fare… “.

C’è l’ostacolo irriducibile di un programma, di una finalità, di uno scopo! Riflettiamo brevemente su questa affermazione:- Oggi, come sempre, vediamo schiere di credenti in movimento, forse in agitazione; tutti hanno un programma e molti di questi programmi sono belli, interessanti, addirittura entusiasmanti, ma quanti di essi sono usciti totalmente cioè anche nei particolari più minuti, dalla mente di Dio, dalla volontà di Dio?

Crediamo veramente che le centinaia e centinaia di programmi ecclesiastici, evangelistici, missionari rappresentino i dettagli armonici del disegno divino preparato per i fedeli?

Forse qualche dettaglio, qualche scorcio panoramico interpreta il piano di Dio, ma nell’insieme quei programmi manifestano più la saggezza e l’abilità umana che non la volontà del Signore. Comitati che si riuniscono e deliberano; consigli comunitari che esaminano e concludono; credenti e servitori che meritano e decidono; tutti, tutti più che arrendersi totalmente a Dio, cercano di imporre il loro pensiero e il loro programma per sovrapporli a quelli di Dio.

E che dire della finalità e degli scopi? Crediamo veramente che ogni azione, ogni parola, ogni posizione partono dal proposito di esaltare e glorificare Cristo?

Se così fosse nessun credente, nessuna chiesa e nessun servitore dovrebbe desiderare la più piccola notorietà o il più insignificante riconoscimento; nascosti dietro l’ombra della croce, insensibile alla gloria umana, dovrebbero essere strumenti anonimi di esaltazione del Cristo.

Purtroppo non è così; i servi, le chiese, i credenti desiderano, è vero, che Cristo sia esaltato, ma desiderano anche che un applauso, un riconoscimento giunga anche a loro. Molte delle opere cristiane che si compiono nel mondo non hanno altre radici oltre quella della vanagloria, cioè nascono dal desiderio degli applausi e dei riconoscimenti umani.

Questa tragica realtà è così notoria e così pacificamente accettata da essere addirittura sfruttata mediante abili accorgimenti psicologici; non avete mai udito parlare di gare cristiane con applausi al vincitore? Applausi per la chiesa che offre di più, applausi per il servitore che raccoglie il maggior numero di decisioni cristiane, applausi per la comunità che raggiunge i più alti indici statistici.

Applausi così nutriti che talvolta coprono le deboli espressioni di lode che vengono innalzate, insieme ad essi, davanti al Signore.

Gli scopi possono avere la più ricca gamma policroma; possono tutti sembrare belli, buoni, eppure essere tutti lontani dagli scopi di Cristo. E come può Iddio manifestare potenza e gloria in un vaso o attraverso un vaso che non è totalmente preparato per il Suo servizio?

Il predicatore ricorda un nel libro dell’Ecclesiaste che anche una sola mosca morta fa “putire e ribollire l’olio odorifero nel vaso del profumiere “; “una sola mosca” quanto più tutta una vita che è contaminata da una volontà ribelle che produce un programma difettoso ed una finalità impura?

No, il mondo non ha ancora veduto! Iddio aspetta l’uomo che si arrende a Lui nello stesso modo che Cristo si è sottomesso al piano preparato avanti la fondazione del mondo, per la salvezza dell’umanità; quell’uomo puoi essere tu
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