TESTIMONIANZA DI UN EX TOSSICODIPENDENTE
(resa da un collaboratore dell'Associazione "Diaconia onlus", sezione n.6 di Napoli, via B. Quaranta, 9/d, San Giovanni a Teduccio - NA)
Mi chiamo Armando, ho 31 anni e circa 10 anni della mia vita li ho trascorsi nella sofferenza della droga. La mia è stata un'infanzia difficile convivendo con i continui litigi dei miei genitori e quando i miei decisero di separarsi il mio cuore venne colpito da un dolore profondo. Crescendo provavo invidia verso i miei amici perchè vedevo che avevano famiglie unite e desideravo averne una anch'io. Un giorno mia mamma fu colpita da un guaio giudiziario e io dovetti andare a vivere con una mia zia. In quello stesso periodo mio padre iniziò a bere ed entrò nel tunnel dell'alcool. Questo era un altro dolore che si aggiungeva al mio stato di sofferenza.
Man mano che crescevo, ormai ero un giovanotto, cresceva anche un senso di ribellione in me e un senso di disprezzo verso la vita e verso i miei genitori, e tante volte ho desiderato non esistere. Immancabilmente, frequentando la strada e la mia compagnia, si presentò la droga. Avevo poco più di sedici anni e iniziai a provare i primi spinelli e man mano che crescevo avevo in me il desiderio di andare oltre. Iniziai a provare droghe diverse, come la cocaina, "trip" allucinogeni e assumendo pasticche di extasy. Iniziai poi a frequentare varie discoteche di Riccione e di altri posti, spacciando droga. Un giorno, avendola in mano, venne in me il desiderio di provare l'eroina: è lì che iniziò la vera sofferenza sia fisica che mentale e presi a bucarmi e ad isolarmi dal mondo. Man mano che andavo avanti questa sostanza s'impradoniva sempre più della mia vita. Questo è durato per circa dieci anni e ormai mi ero rassegnato che questa doveva essere la mia vita e la mia fine. Io stesso non avrei scommesso una lira su di me e senza la dose quotidiana ero incapace pure di camminare.
Ho provato varie volte a smettere, persino riuscendoci per brevi periodi, ma in quel tempo mi mancava la sostanza e c'era un vuoto in me incolmabile.
Un giorno, mentre ero nella mia stanza, nei miei viaggi verso l'inferno della droga, mia mamma mi invitò ad andare a casa di mia zia perchè li c'erano delle persone che pregavano. Accettai di malavoglia ma poi, a casa di mia zia incontrai queste persone che mi parlavano di Gesù come un vivente che mi poteva liberare dal mio stato pietoso. Così fecero per me una semplice preghiera e uno di loro mi regalò pure una Bibbia. In quei momenti sentii l'amore che queste persone avevano e il loro peso per il mio problema. Anche in me avvenne qualcosa che non so spiegare e scendendo da quell’appartamento non vedevo l'ora di arrivare a casa mia. Non so cosa mi stava succedendo ma appena arrivato nella mia stanza presi l'altra droga che mi era rimasta e la scaraventai con tutta la mia rabbia dalla finestra. Poi mi inginocchiai e chiesi a Dio di liberarmi da quel laccio che mi teneva legato. La mattina seguente già mi svegliai diverso e veramente sentivo la presenza di Dio su di me e man mano che i giorni passavano iniziai a disprezzare la droga e la persona che ero stato.
Sono trascorsi diciotto mesi da quando ho smesso e sono veramente grato a Dio perchè la Sua presenza è sempre più tangibile nella mia vita. Oltre a essere stato liberato dalla droga, la mia vita è in pace con Dio e verso il prossimo. Non ho più confusione nella mente, il mio punto di riferimento è Cristo Gesù ed ogni mio problema lo metto davanti a Lui.
Posso veramente dire che mi sento rinato e sono circondato da persone che mi amano e mi stimano. Frequento anche una chiesa cristiana evangelica e il Signore ha messo nel mio cuore la compassione per i disadattati, infatti sono collaboratore di un'associazione, "progetto Kades", per il recupero degli emarginati. Sono grato a Dio per tutto ciò.