NESSUN GIUSTO?
La Parola di Dio afferma che non esiste alcun uomo che possa ritenersi giusto, e che "non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno" (Eccl. 7:20, Rom. 3:10).
Essa ci dice anche che a causa del peccato entrato nel mondo a causa dell'uomo, l'umanità è caduta; ma ci dà anche la buona notizia (evangelo) che Dio stesso ha provveduto la salvezza, dando per la nostra salvezza il suo proprio Figlio, Cristo Gesù (Rom. 5:17-19), la Parola eterna e vivente di Dio (Giov. 1:1).
Eppure la Parola di Dio ci parla spesso di giusti, ad esempio in 1 Pietro 3:12 leggiamo: "perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere; ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male". E anche: "Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento" (Luca 15:7, si vedano anche i versetti Luca 23:50 e Matteo 1:19).
Oltre a questo, è scritto che "chi pratica la giustizia è giusto, com'Egli è giusto" (1 Giovanni 3:7). Gesù infatti invitò ad osservare i comandamenti (Matteo 19:16-21) e a compiere il bene.
Dunque? Esistono dei giusti oppure no? E la giustizia, si ottiene per mezzo delle opere che compiamo?
I credenti "giudaizzanti" (ad es. alcuni gruppi messianici) credono che sia così, e che non si è salvati per la grazia di Dio ma per le opere che facciamo.
Ai credenti del suo tempo che la pensavano così, l'apostolo Paolo rispose giustamente: "Se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente" (Galati 2:21). A che scopo credere che Gesù (Yeshua) era il Messia promesso, se per la loro giustificazione continuavano a fondarsi sulla propria giustizia anziché in ciò che ha fatto il Signore?
Torniamo alla domanda: "esistono i giusti?". La parola "giusto" non è usata nel senso di giustificato o salvato, ma nel senso di retto di cuore. I vari Giuseppe e Maria, Lot, Simeone, e altri che la Scrittura definisce "giusti" in quanto uomini retti e timorati di Dio, non erano giustificati per la loro giustizia ma per la loro fede.
Come può l'uomo, peccatore, praticare la giustizia? Quale uomo ama il Signore secondo il comandamento: "con TUTTO il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il prossimo come te stesso" (Luca 10:27) ?
E quale uomo non ha mai trasgredito neppure per sbaglio un comandamento? "Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti" (Giacomo 2:10).
La realtà è che se per essere giustificati e salvati da Dio bisognasse fare affidamento sull'osservanza della legge mosaica, non ci sarebbe speranza per alcun uomo. Ma, "la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù" (Galati 3:24-26).
"Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica».
E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.
Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso." (Galati 3:10-14)
Concludendo, dunque, sebbene l'ubbidienza ai comandamenti sia fondamentale per ogni cristiano (vedi Giovanni 14:15 e Matteo 5:18), non è su questo o sulle opere che facciamo che possiamo basare la nostra salvezza, ma unicamente sul sacrificio di Gesù Cristo, l'Agnello di Dio. Le opere e l'ubbidienza seguiranno spontaneamente a ogni vera conversione del cuore, e in proporzione alla nostra fedeltà, amore e consacrazione al Signore (ecco il perché delle parole di Gesù in Matteo 25:34-50).
"A Lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen."
(Apocalisse 1:5)