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 La messe

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girolamo
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La messe

La manifestazione del frutto prodotto
Molte parabole ci mostrano che il giorno della mietitura mette in evidenza se vi è del frutto, di qual genere sia e quanto sia. Galati 6: 7-10 ne riassume tutto l'insegnamento: "Quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà... se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo". Nella luce di questo giorno, sarà manifestato se uno ha seminato per la sua propria carne, raccogliendo la corruzione, oppure per lo Spirito, mietendo dallo Spirito la vita eterna. Già sulla terra si discerne talvolta la qualità del frutto prodotto; ma quanto sarà viva la luce che metterà tutto in evidenza nel giorno del tribunale di Cristo! D'altronde ci è detto: "Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente" (2 Corinzi 9: 6).

Le anime salvate
In parecchie parabole, la mietitura corrisponde all'adunata degli eletti. In Giovanni 4: 35-36, parlando ai suoi discepoli, il Signore dice: "Mirate le campagne come già son bianche da mietere"; e li incoraggia aggiungendo: "Il mietitore riceve premio e raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino assieme". Dio si serve generalmente di più strumenti per portare un'anima a Cristo; molte persone hanno spesso dovuto seminare in un cuore finché sia venuto al Salvatore. E colui di cui Dio si servirà al momento decisivo in cui l'anima si volgerà verso Lui, non sarà che l'ultimo anello di una lunga catena.

Gli operai del Signore non sono che strumenti, dei messaggeri. E' bastato che Lui, il vero chicco di grano caduto in terra, morisse perché producesse molto frutto (Giovanni 12: 24).

Il Salmo 126: 5-6 ci illustra bene questo duplice quadro. Coloro che seminano sono messi in parallelo con Colui che va recando la semenza. Essi seminano "con lacrime" e Lui "va piangendo". E' impossibile lavorare nell'opera del Signore e spandere il divino seme senza incontrare, come il Signore stesso, molte lacrime nel duro lavoro lungo i solchi del campo. Ma se i servitori partecipano alle lacrime, anch'essi, come il loro Maestro, hanno parte alla mietitura e ai canti di gioia. Ma solo di Lui è detto: "Tornerà... porterà i suoi covoni"; questi appartengono a Lui e a nessuno dei suoi servitori; per loro Egli è morto; essi sono il frutto del tormento dell'anima sua, e di cui Egli sarà soddisfatto in eterno.
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