Il Signore Gesù è la risurrezione e la vita
Fredy Gfeller
Quando parliamo di vita, il nostro pensiero va a Colui che ne è l’autore: il Dio Creatore. Ogni forma di vita è nata dalle mani del Creatore, e l’Evangelo di Giovanni dice che Colui che è chiamato «la Parola», il Figlio di Dio, Gesù Cristo, è stato l’autore di tutte le cose create. La conferma di questa verità si trova in Giovanni 1:3, in Colossesi 1:16 e in Ebrei 1:10. La preminenza del Figlio sulla creazione la rileviamo dall’espressione «il primogenito di ogni creatura» del versetto 15 di Colossesi 1.
Del cap. 1 di Colossesi abbiamo già citato il passo (v.18) che dice che Cristo è il «primogenito dai morti, onde in ogni cosa abbia il primato». Con la propria risurrezione, Gesù ha inaugurato la «nuova creazione» in cui il credente viene introdotto per fede: «Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura (o una nuova creazione)» (2 Corinzi 5:17). Questa nuova creazione, di ordine spirituale, non soggiace alle conseguenze delle cose materiali. La vita che la caratterizza non ha fine con la morte del corpo, poiché la sua sorgente e la sua potenza sono in Gesù risuscitato. Unito a un Cristo vivente, il credente aspetta il ritorno del suo Salvatore, anche se dovesse morire. Egli sa che, lasciato questo corpo, è presente con il Signore, ma sa anche che, se il Signore venisse a prendere i suoi prima di questa scadenza, non passerà per la morte. La fiducia che il credente ha a questo riguardo è fondata sulla Parola di Dio.
Al momento della risurrezione di Gesù, la morte è stata vinta, ma l’effetto completo di questa vittoria si manifesterà quando i corpi risuscitati dei riscattati del Signore usciranno dalla morte: «Allora sarà adempiuta la Parola che è scritta: la morte è stata sommersa nella vittoria. O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?» (1 Corinzi 15:54-55). Quando il nostro Salvatore Gesù Cristo è venuto quaggiù, con la sua opera «ha distrutto (o annullato) la morte e ha prodotto in luce la vita e l’immortalità mediante l’Evangelo» (2 Timoteo 1:10). Pertanto, gli effetti della morte sul credente non sono che parziali e provvisori. Soltanto il suo corpo può subirli, se il Signore non viene prima; e se li subirà, risorgerà alla venuta del Signore.
Gesù è la risurrezione e la vita. Tutto è in Lui, tutto si basa su Lui, sulla sua opera al Golgota, sulla sua morte e la sua risurrezione. Come non ci sarebbe stata vita senza l’opera del Creatore, così non ci sarebbe che morte senza l’opera del Redentore.
«In lui (Gesù), si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della croce d’esso; per mezzo di lui, dico, tutte le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli» (Colossesi 1:19-20).
Nella gloria celeste, il coro dei riscattati, degli angeli e di tutta la creazione darà gloria e onore all’Agnello che è stato immolato, che è seduto in mezzo al trono, e attira su di Sé gli sguardi e l’affetto di tutti (vedere Apocalisse 5:6-14).