Riunioni speciali e riunioni normali previste dalla Scrittura
André Gibert
L’assemblea può essere riunita su proposta di uno o più fratelli che il Signore chiama per dare un insegnamento tramite una meditazione o uno studio (Atti 11:26). Essi possono avere parole di avvertimento e di consolazione da parte del Signore (Atti 15:30), oppure desiderano dare notizie intorno all’opera del Signore, come si vede in Atti 14:26 dove Paolo e Barnaba, ritornando ad Antiochia «da dove erano stati raccomandati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuta», riunirono l’assemblea per raccontare «tutte le cose che Dio aveva fatto per loro mezzo». Una tale comunione nel servizio è veramente preziosa!
Talvolta ci si sbaglia sul carattere di queste riunioni e si esita adefinirle «nel nome del Signore» o effettuate intorno a Lui. In tale maniera limiteremmo, per abitudine o per punti di vista particolari e restrittivi, le occasioni nelle quali l’assemblea può trovarsi riunita nel nome del Signore Gesù e contare sulla sua presenza. Senza dubbio, il servitore di Dio che convoca una riunione, o permette che sia convocata sotto la sua responsabilità, lo fa per esercitare il suo ministerio, deve pertanto sempre valutare questa responsabilità davanti al Signore, e avere il sentimento che una tale riunione è stata da Lui desiderata. È evidente la serietà del servizio di ogni fratello che visita le assemblee locali, e resta fermo il principio che il Signore opera per mezzo dei «doni», sotto la direzione dello Spirito Santo. In una riunione di questo genere, l’assemblea è riconoscente a Colui che vuole edificarla per mezzo di un servitore. È a Lui che l’assemblea guarda per ricevere il messaggio. Ciascuno deve domandare per quel servitore, prima e durante la riunione, la guida divina.
Chi parla è un canale, e si prega perché egli resti connesso alla sorgente per fornire acqua pura. Una verifica costante deve avere luogo, grazie a quella «unzione del Santo» che ogni credente possiede, perché tutto ciò che è detto sia conforme alla Parola, e perché l’assemblea riceva con gioia il «nutrimento» adatto senza rischiare di accogliere o tollerare un insegnamento non sano (Atti 17:11, 1 Tessalonicesi 5:19-21, 2 Giovanni 9-10).
Stiamo trattando qui del lavoro di edificazione nell’interno dell’assemblea. Non si potrebbe chiamare riunione d’assemblea una riunione d’evangelizzazione tenuta nel mondo, normale sfera di azione per un evangelista. Certamente la parola di evangelizzazione può avere il suo posto in ogni tipo di riunione dell’assemblea, soprattutto nei nostri tempi dove bisogna insistere «a tempo e fuor di tempo» e fare «opera di evangelista», anche con altri doni e altre funzioni. Tuttavia l’assemblea non si riunisce con lo specifico scopo di evangelizzare. Quando Cornelio dice a Pietro (Atti 10:33) «siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udire tutte le cose che ti sono state comandate dal Signore», lo Spirito Santo era certamente all’opera con potenza; tuttavia non si trattava ancora di assemblea riunita in quanto al di fuori di Pietro e dei fratelli che l’accompagnavano, gli uditori non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo.
A differenza delle riunioni così convocate dai ministri della Parola, il Nuovo Testamento ci parla esplicitamente di riunioni regolari dell’assemblea, nelle quali si esprime abitualmente la vita di un’assemblea locale.
Esse sono un fatto collettivo, dall’inizio alla fine. Tutti sono chiamati, non semplicemente ad assistervi ma a parteciparvi. «Quando... vi radunate assieme», o «quando v’adunate in assemblea», o ancora «quando dunque tutta la chiesa si raduna assieme», dice l’apostolo ai Corinzi (1 Corinzi 11:18-20, 14:23-26). In tale caso non si tratta dell’esercizio di un «dono» particolare, ma della funzione normale dei doni. Esse rappresentano le riunioni fondamentali dell’assemblea che ricerca la presenza personale del Signore per esercitare le funzioni collettive che le sono connesse. L’assemblea riguarda a Lui solo, con fede, senza sapere in anticipo chi lo Spirito Santo condurrà ad «agire».
Non si deve aspettare un insorgere improvviso di impulsi incoerenti, che manifesterebbero solamente un’attività insensata della carne (1 Corinzi 14:23), ma tutto deve svolgersi in maniera pacifica ed equilibrata, mostrando il funzionamento di un corpo in buona salute, animato dalla potenza invisibile di un solo Spirito.