Rendere conto della Speranza
“siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domandi spiegazione della speranza che è in voi con mansuetudine e timore,” (1 Pietro 3:15 LND)
Di cosa dobbiamo rendere conto, o come dice la Nuovo Diodatti, di che cosa dobbiamo rispondere a nostra difesa?
Dobbiamo rendere conto della “speranza” che è in noi.
Che cos’è questa sperenza? Sarebbe sbagliato dare la definizione che vogliamo alla parola speranza. Facendo così, dieci credenti potrebbero avere dieci definizioni diverse. In questo caso, il senso che intendiamo noi potrebbe essere molto diverso dal senso che Dio intende.
Ciò che dovremmo fare è cercare di capire il senso che Dio intende qui. Come possiamo sapere cosa intende Dio con la parola speranza in questo versetto?
Come molto spesso accade, la risposta sta nel considerare attentamente il contesto di un brano. La parola speranza è già stata usata in questo libro? Se sì, possiamo considerare in che modo viene usata in altri versetti, e ciò ci aiuterà a capire il senso che Dio intende in questo brano.
Infatti, troviamo la parola speranza in tre altri versetti di questo libro. Leggiamo 1 Pietro 1:3-5, poi 1 Pietro 1:13; 20,21.
“3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, 5 che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi.” (1 Pietro 1:3-5 NRV)
“Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all’azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo.” (1 Pietro 1:13 NRV)
“20 Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; 21 per mezzo di lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio.” (1 Pietro 1:20-21 NRV)
In base a questi versetti, il senso che Pietro intende per la parola “speranza” è molto chiaro. La sua definizione di speranza non riguarda una vita tranquilla sulla terra, non riguarda l’avere meno difficoltà, non riguarda l’avere successo, invece quando Pietro usa la parola speranza, guidato da Dio, parla della certezza di passare l’eternità nella presenza di Dio, per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo.
In altre parole, la parola speranza viene usata da Pietro in questa Epistola per indicare la certezza della salvezza, ovvero, la certezza della vita eterna con Dio. Questo è chiaramente il senso della parola speranza.
Capendo questo, possiamo rileggere il versetto così: Prima, l’originale, e poi, con il senso che abbiamo capito della parola speranza.
Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.
Siate sempre pronti a rendere conto della certezza della vita eterna che avete, a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.
Voglio analizzare un po’ di più questo versetto. La parola greca che in italiano viene tradotta “a rendere conto” è la parola “apologia”, che vuol dire “un argomento verbale, una dichiarazione ragionevole”. In altre parole, dobbiamo essere sempre pronti a dare una chiara spiegazione della certezza che abbiamo di avere la vita eterna con Dio. È importante che sappiamo spiegare il Vangelo in modo chiaro, ragionevole, e logico. Non basta una spiegazione piena di tanto zelo e emozioni ma poco contenuto. È importante che quando parliamo del vangelo, spieghiamo i fatti biblici che sono necessari per la salvezza.
il contesto: perché ci chiedono
Avete notato che Dio prende per scontato che le persone ci chiederanno come sappiamo di avere la vita eterna, ovvero, come sappiamo di essere veramente salvati? Questo è il senso di chiedere della nostra speranza.
Vi chiedo, è normale che le persone vi chiedano di spiegare la vostra salvezza? Se no, dovremmo presumere che il mondo era diverso nell’epoca in cui Pietro scrisse questa lettera?
Il fatto che questo è un comandamento, ispirato da Dio, non credo che implichi che ci sia qualcosa di diverso; piuttosto, il contesto di questo brano ci aiuta a capire perché è normale per le persone chiedano ai credenti della loro fede.
Lo scopo di questo studio non è studiare a fondo l’Epistola di 1 Pietro, però, brevemente, voglio notare il contesto in cui si trova questo versetto. Leggiamo i seguenti brani da 1 Pietro. Quello che voglio notare in particolare è come dobbiamo vivere mentre siamo in questo mondo. Quale comportamento e quale modo di vivere dovrebbero essere normali per un vero credente? Notiamo quello che Dio ci insegna in questi versetti.
“3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi,” (1 Pietro 1:3-4 NRV)
“Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove,” (1 Pietro 1:6 NRV)
“13 Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all’azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo. 14 Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; 15 ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta,” (1 Pietro 1:13-15 NRV)
“1 Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, 2 come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza,” (1 Pietro 2:1-2 NRV)
“11 Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto contro l’anima, 12 avendo una buona condotta fra gli stranieri, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà. 13 Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; 14 ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene. 15 Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti. 16 Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. 17 Onorate tutti. Amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il re. 18 Domestici, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni; non solo ai buoni e ragionevoli, ma anche a quelli che sono difficili. 19 Perché è una grazia se qualcuno sopporta, per motivo di coscienza dinanzi a Dio, sofferenze che si subiscono ingiustamente. 20 Infatti, che vanto c’è se voi sopportate pazientemente quando siete malmenati per le vostre mancanze? Ma se soffrite perché avete agito bene, e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio. 21 Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme. 22 «Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno». 23 Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; 24 egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati sanati. 25 Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime. 3:1 Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli, 2 quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa. 3 Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell’intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d’oro e nell’indossare belle vesti, 4 ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore. 5 Così infatti si ornavano una volta le sante donne che speravano in Dio, restando sottomesse ai loro mariti, 6 come Sara che obbediva ad Abraamo, chiamandolo signore; della quale voi siete diventate figlie facendo il bene senza lasciarvi turbare da nessuna paura. 7 Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch’esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite. 8 Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili; 9 non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione. 10 Infatti: «Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso; 11 fugga il male e faccia il bene; cerchi la pace e la persegua; 12 perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere; ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male». 13 Chi vi farà del male, se siete zelanti nel bene? 14 Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate;” (1 Pietro 2:11-3:14 NRV)
Questi brani meritano molti interi sermoni. Ma per il nostro uso in questo studio, voglio solo notare il quadro generale. Il vero credente è chiamato a vivere una vita drasticamente diversa dalla vita delle persone intorno a sé. Siamo chiamati a vivere in modo tale che i non credenti intorno a noi non avranno nulla da dire di vero contro di noi. Dovremmo avere una santità estremamente visibile a quelli intorno a noi! Dovremmo subire le sofferenze con pace e tranquillità, rallegrandoci nel Signore.
Quando viviamo così, Gesù Cristo sarà visibile in noi. La pace di Dio sarà visibile in noi, e la nostra gioia nel Signore sarà visibile. Le persone vedranno che abbiamo una viva speranza che ci permette di avere pace anche in mezzo alle difficoltà e alle ingiustizie della vita.
Quando viviamo così, sarà anche normale che le persone chiederanno una spiegazione della speranza che vedono in noi. Considerando l’insegnamento di questo libro, sarebbe buono che ciascuno di noi esaminasse la propria vita per riconoscere se le qualità elencate qui si trovano in modo chiaro nella propria vita.
Quindi, vivendo come Dio ci chiama a vivere, per mezzo della sua potenza che opera in noi, possiamo presumere che ci saranno persone che ci chiederanno una spiegazione della certezza che abbiamo di passare l’eternità con Dio.
applicazione
Come abbiamo visto, il comandamento in questo versetto vuol dire essere pronti, ovvero, preparati, a dare una chiara spiegazione del fondamento della nostra certezza di passare l’eternità con Dio. Chiaramente, man mano che uno cresce nella sua fede dovrebbe essere sempre più in grado di dare una spiegazione chiara e profonda. Però, anche all’inizio della salvezza uno dovrebbe essere in grado di dare una spiegazione chiara e fedele alla Bibbia.
Ora, vorrei fare alcuni esempi di quelle che non sono spiegazioni chiare della certezza di passare l’eternità con Dio, e poi, dare un esempio di una spiegazione chiara.
un romanzo
Ci sono credenti che amano raccontare gli avvenimenti intorno alla loro salvezza. Molto spesso, il loro racconto è quasi un romanzo. Possono parlare 20, 40, o anche 60 minuti o più. Raccontano gli avvenimenti di quando sono stati salvati con tanti di quei dettagli che gli ascoltatori possono immaginare di essere stati là con loro. Queste testimonianze possono essere raccontate in modo molto interessante e affascinante.
Purtroppo, in molti casi del genere, se uno parla per un’ora, gli ascoltatori avranno sentito ben poco delle verità bibliche, e perciò, capiranno ben poco delle verità che danno a quel credente la certezza della vita eterna. In un’ora di discorso, solitamente questo tipo di persona dà pochissime spiegazioni delle verità bibliche necessarie per poter credere in Cristo.
Chi racconta questo tipo di storia spesso racconta molto di sé e poco di Dio. Questa persona non dà una chiara spiegazione della sua certezza di avere la vita eterna in Cristo. Non ubbidisce al comandamento di questo versetto.
Quindi, voglio incoraggiarvi, quando avete la possibilità di raccontare la vostra testimonianza, a non mettere la maggioranza dell’enfasi su voi stessi, e sugli avvenimenti della vostra vita, ma piuttosto, mettete l’enfasi sulle verità che Dio vi ha fatto capire. Infatti, sono le verità che avete capito quelle che servono ai vostri ascoltatori per aiutarli a conoscere la salvezza. Gli avvenimenti della loro vita saranno sicuramente diversi da quelli delle vostre vite, ma le verità che Dio vi ha rivelato saranno uguali. Quindi, ricordiamo che quando parliamo della nostra salvezza, ciò che importa soprattutto è raccontare le verità che Dio ci ha fatto capire.
Fra alcuni minuti, faremo un esempio di questo.
un vangelo falso
Un altro problema grave, che si verifica spesso quando un credente spiega la sua fede, è quello di raccontare quello che in realtà è un vangelo falso.
Per esempio, non pochi credenti parlano della loro salvezza così: “ho deciso di seguire la Bibbia.” “Ho deciso di seguire Cristo.”
Chiaramente, da un certo punto di vista, decidere di seguire la Bibbia potrebbe essere una spiegazione, seppure vaga, della salvezza. Cioè, la Bibbia insegna il Vangelo, e parla di Gesù Cristo, perciò, uno potrebbe intendere, quando dice di seguire la Bibbia, di porre la sua fede in Gesù Cristo e ravvedersi. Però, è tutt’altro che chiaro! Piuttosto, dire a qualcuno che hai deciso di seguire la Bibbia sembra di indicare che pensi di essere salvato perché ora ubbidisci a quello che Dio insegna la Bibbia. Se uno dice: ho deciso di seguire la Bibbia, sta parlando di quello che lui sta facendo, sta parlando del suo impegno, e quindi, implica che la sua salvezza dipende dai suoi sforzi, dipende dal suo impegno. Questa sarebbe una salvezza per opere. Sappiamo però, che nessuno sarà mai salvato per opere. Quindi, dire che hai deciso di seguire la Bibbia non è una buona spiegazione della salvezza.
Similmente, è più o meno la stessa cosa dire che hai deciso di seguire Cristo. Sta mettendo l’enfasi sul tuo impegno, su quello che tu stai facendo, sulla tua opera. Di nuovo, questo fa sembrare che la salvezza sia qualcosa che si ottiene per meriti. Chiaramente, anche questo è un falso vangelo.
Poi, spero che sia molto chiaro che sarebbe estremamente sbagliato descrivere la salvezza in termini che riguardano un gruppo. Se uno dicesse che è diventato parte di questo o di quell’altro gruppo, nel cercare di spiegare la sua salvezza, allora, darebbe una spiegazione veramente sbagliata. Nessun gruppo può salvare. Diventare parte di un gruppo non potrà mai salvare nessuno. Quindi, quando stiamo spiegando il vangelo, non dobbiamo mai dare l’idea che in qualche modo la salvezza sia legata al fatto di appartenere ad un gruppo.
Un altro modo molto sbagliato di spiegare la salvezza è di spiegarla in termini negativi. Per esempio, se uno sottolinea che ha lasciato questa o quell’altra religione, dà l’idea che si ottiene la salvezza facendo qualcosa, quindi, per merito. Se uno dice: ho cambiato religione, allora, dà l’idea, sbagliata, che la salvezza viene da una religione in particolare. Amici, nessuna religione può salvare. Solo Dio salva per mezzo di Gesù Cristo. Nessuno può salvare se stesso facendo questo o quell’altro. Lasciare una religione, diventare parte di un’altra, seguire la Bibbia, abbandonare certi peccati, sono tutte cose che in se stesse non possono salvare. Quindi, quando descriviamo la nostra salvezza, è molto sbagliato descriverla in questi termini.
i componenti del vangelo vero
Finora, ho parlato di alcuni esempi di modi sbagliati di descrivere la nostra salvezza. Sarebbe importante a questo punto parlare del modo giusto di spiegare la salvezza.
Prima di tutto, ricordiamo che dobbiamo dare una chiara, ragionevole spiegazione della viva speranza che noi abbiamo. Allora, dobbiamo tenere in mente quali sono le verità centrali che una persona deve sapere per potere essere salvata. Consideriamo queste verità.
Che cosa deve sapere una persona per quanto riguarda Dio?
— deve sapere che Dio è il suo creatore, e quindi, quella persona deve rendere conto a Dio. Deve sapere inoltre che Dio ha stabilito la sua legge perfetta e santa. Deve sapere che Dio ha stabilito di giudicare ogni uomo in base alla sua legge perfetta.
Che cosa deve sapere una persona per quanto riguarda se stessa?
— deve sapere che è un peccatore, nato nel peccato, e che continua a peccare ogni giorno. Quindi, deve capire che è colpevole agli occhi di Dio, il suo giudice.
Che cosa deve sapere una persona per quanto riguarda il giudizio, e la condanna?
— deve sapere che come ogni altra persona, è sotto condanna, e deve capire che la condanna per il peccato è la punizione eterna.
Che cosa deve sapere per quanto riguarda la salvezza?
— deve sapere che è impossibile per lui compiere la propria salvezza, è impossibile che persona faccia abbastanza bene per meritare la salvezza, perché il salario del peccato è la morte. Deve sapere che la condanna per qualsiasi peccato è la morte eterna, quindi, non importa se pecca più o meno di altre persone, è sotto la condanna eterna, ed è impossibile che possa salvare se stesso.
Che cosa deve sapere per quanto riguarda Gesù Cristo?
— deve sapere che Gesù Cristo è Dio, e che è diventato anche uomo. È venuto sulla terra specificamente per compiere la salvezza. Ha dato se stesso come sacrificio, per morire al posto degli uomini peccatori. Morendo sulla croce, ha preso su di Sé la condanna che spettava agli uomini, e ha subìto la terribile ira di Dio! Avendo pagato la condanna del peccato, è risuscitato vittorioso.
Che cosa deve sapere per quanto riguarda come ottenere questa salvezza?
— deve sapere che la salvezza è un dono, che non si può meritare. La si riceve gratuitamente, ravvedendosi dei propri peccati, e credendo in Gesù Cristo. Ravvedersi dai propri peccati vuol dire riconoscere la propria condanna, e voltare le spalle al peccato. Credere veramente in Cristo Gesù vuol dire smettere di porre la propria fede in sé stesso o in qualcos’altro, e invece, confidare totalmente in Cristo Gesù come Salvatore. Una parte essenziale di tale fede è di accoglierLo anche come Signore della propria vita.
esempio
Mettendo insieme tutto questo, quale potrebbe essere un esempio di come spiegare la salvezza, o come dice il versetto che abbiamo guardato, come si dovrebbe spiegare la speranza che abbiamo, la certezza della vita eterna?
L’ordine e la profondità della spiegazione può variare da questo esempio, come anche i dettagli, ma vi racconto un esempio che comprende gli elementi essenziali. Parlerò in prima persona, come farebbe la persona che racconta il vangelo.
La mia vita andava abbastanza bene, (/o abbastanza male, dipende dalla tua situazione) quando Dio mi ha messo nel cuore il desiderio di sapere più di Lui. Ho cominciato a leggere la Bibbia. (Oppure, ho cominciato a frequentare le persone che insegnavano la parola di Dio). Tramite la parola di Dio, Dio mi ha fatto capire tante verità che prima non conoscevo. Mi ha fatto capire molto di più di Lui. Ho capito che Dio è il mio Creatore, e che quindi devo rendere conto a Lui per come vivo la mia vita. Ho scoperto inoltre che Dio ha stabilito una sua santa legge, e che giudicherà tutti gli uomini in base a quella legge. Quindi, anch’io sarò giudicato. Prima di conoscere quello che Dio ci dice nella Sua parola, credevo di essere una persona abbastanza buona, migliore di tanti altri. Però, Dio mi ha mostrato che sbagliavo di grosso. Egli non ci giudicherà in confronto alle altre persone, non peserà ciò che abbiamo fatto di bene rispetto a ciò che abbiamo fatto di male. Invece, Egli ci giudicherà in base a questo: se abbiamo ubbidito perfettamente o no alla sua legge. Più capivo la sua legge, più mi rendevo conto quanto grave era il mio peccato davanti a Dio.
Mi fu chiaro che ero senza speranza, davanti a me c’era la condanna eterna. Non avevo mai pensato seriamente all’inferno, ma capii che era quello che mi stava davanti per tutta l’eternità.
Ho cercato di migliorare la mia vita, ma la parole di Dio mi hanno mostrato che non avrei mai potuto pagare la condanna di tutti peccati che avevo già commesso, e inoltre, continuavo a cadere nel peccato ogni giorno, per quanto mi sforzassi di non farlo. Per i miei meriti, ero totalmente senza speranza.
Però poi, Dio mi ha mostrato una verità incredibile e meravigliosa! Dio stesso divenne uomo, nella persona di Gesù Cristo, ha vissuto una vita perfetta, e ha dato se stesso come sacrificio per subire la mia condanna. Avendo pagato la condanna per il mio peccato, è risuscitato, vittorioso, e ora regna dal cielo, da dove ritornerà sulla terra per giudicare gli uomini.
Dio mi comandava di ravvedermi dai miei peccati, e di smettere di confidarmi nella mia presunta bontà, e piuttosto, di confidarmi totalmente in Gesù Cristo. Mi sono ravveduto, ho smesso di confidarmi nei miei meriti, e ho creduto in Gesù Cristo quale Salvatore e Signore della mia vita.
In quel momento, Dio mi ha perdonato completamente da tutti i miei peccati! Dio mi ha fatto nascere di nuovo, mi ha fatto diventare un suo figlio! Mi ha donato la vita eterna, la certezza di vivere per sempre con Lui in cielo.
Ora, Dio è con me mentre vivo in questo mondo, e so che appena morirò, andrò subito a stare con Dio in cielo, perché ho Gesù Cristo come mio Salvatore.
Mi fermo qua. Questo è un esempio di rendere conto della speranza che abbiamo in Cristo. Ho appena dato una semplice spiegazione del Vangelo, e di qual è la base della certezza che ho in Cristo di essere veramente salvato.
Conclusione
Cari amici, dal brano che abbiamo considerato in 1 Pietro 3, voglio ricordare quattro cose.
1) Ricordiamo quanto è importante capire bene il contesto di un brano per comprendere correttamente il suo significato. La parola speranza in questo brano non è una speranza qualsiasi, bensì la speranza, ovvero la certezza, della vita eterna per mezzo di Gesù Cristo. Ricordiamo quindi l’importanza di dividere rettamente la parola di Dio. Non arriviamo troppo velocemente a quello che crediamo essere il vero senso di un brano. Impegniamoci a studiarlo attentamente.
2) Dobbiamo chiederci spesso se stiamo vivendo in modo tale che le persone intorno a noi vedano chiaramente che apparteniamo a Dio. Vedono davanti a loro una vita trasformata, nonostante che abbiamo ancora da crescere? Se non vedono questo, allora, ci sono gravi problemi nella nostra vita. Forse abbiamo peccati che non abbiamo confessato e abbandonato. Comunque sia, ogni vero credente dovrebbe avere una vita in cui Gesù Cristo è visibilmente presente. Se no, dovremmo capire il perché, e cambiare.
3) Siamo pronti e preparati a dare una chiara spiegazione della speranza che abbiamo? Dio ci comanda di essere pronti, cioè preparati, e quindi, se non sei pronto, impegnati a diventarlo.
4) Quando raccontiamo della nostra salvezza, evitiamo di raccontare un romanzo, pieno di dettagli su di noi, che toglie l’attenzione dalla verità del Vangelo. Mettiamo l’enfasi chiaramente sulle verità del Vangelo.