Romani 12:17
Non rendere male per male
Sappiamo tutti che il mondo è pieno di male. Spesso, il male che gli altri compiono, arriva a ferire anche noi. Questo succede a tutti noi. La domanda per un figlio di Dio è: Come dovrei rispondere, quando qualcuno mi fa dal male?
Sappiamo tutti che la nostra reazione naturale, quando qualcuno ci fa del male, è di rispondere con il male. Al minimo, se proprio non facciamo del male diretto, lo compiamo in modo indiretto, smettendo di fare del bene a quella persona.
Questo brano ci insegna come rispondere a chi ci fa del male, e tramite questo insegnamento, ci dimostra molto del carattere di Dio. Che Dio ci aiuti a conoscerLo di più, e a vivere in base a quello che ci insegna qua.
il brano Romani 12:17-21
Come già detto, oggi vogliamo considerare il v. 17. Per capire un po’ il contesto, però, iniziamo leggendo Romani 12:14-21.
“14 Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. 16 Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi. 17 Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. 18 Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. 19 Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. 20 Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». 21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.” (Romani 12:14-21 NRV)
Nel v.14, Dio ci comanda di benedire coloro che ci perseguitano. Abbiamo visto che la parola benedire, quando si riferisce ad una persona che benedice un altro, vuol dire chiedere a Dio di dare benedizioni a lui. Quando qualcuno ci perseguita, quindi, dobbiamo chiedere a Dio di benedirlo. L’insegnamento di oggi spiega ancora più a fondo questo argomento.
Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato i vv.15 e 16, in cui Dio ci insegna ad avere una identificazione così profonda con gli altri, da provare gioia quando essi stanno bene, e dolore quando stanno male. Inoltre, dobbiamo avere un unico metro per noi stessi e per gli altri. Il bene che desideriamo per noi stessi, dovremmo volerlo anche per gli altri. La pazienza che abbiamo con noi stessi, dobbiamo averla anche con gli altri. Non dovremmo cercare le cose alte, ma prendere la parte più umile.
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