9. La venuta dello Sposo — Matteo 25:1-13
Questi versetti ci presentano il Signore sotto l'aspetto d'uno sposo che viene. Le dieci vergini escono ad incontrarlo; esse formano un insieme in apparenza omogeneo, ma che invece è costituito da due parti con dei caratteri morali completamente opposti. «Cinque d'esse erano stolte e cinque avvedute».
Queste vergini escono. È la nostra responsabilità, poiché è nostro dovere andare incontro allo Sposo. Per uscire bisogna lasciare, come Abrahamo, il luogo in cui si abita, il paese e la parentela, lasciare in senso morale; bisogna dimenticare, come la sposa del Salmo 45, il proprio popolo e la propria casa. Ma, spesso, ciò che dobbiamo lasciare ha del valore per noi, ha il potere di ritenerci quando invece dovremmo con zelo andare incontro allo Sposo.
Le vergini dovranno formare il suo corteo quando entrerà nella sala delle nozze. Si muniscono quindi di lampade, a meglio di torce (conf. Giov. 18:3), le quali devono essere alimentate con olio, e portano con sé, in vasi, questa indispensabile provvista.
A cosa servirebbe, di notte, un corteo senza torce? Farebbe onore a Colui che si scorta? La persona dello Sposo deve essere messa in luce, agli occhi della folla, da coloro che lo accompagnano.
Le vergini stolte, prendendo le loro lampade, avevano dimenticato la scorta d'olio. Nessuno se ne sarebbe accorto sino alla formazione del corteo. Quando furono accese, le loro lampade potevano dare ancora una certa luce, poiché sentiamo le vergini stolte dire alle avvedute: «Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono»; ma questa luce non sarebbe durata che il tempo per consumare lo stoppino.
Questo racconto ci presenta una grande verità: se la professione cristiana è di tutti, poiché le vergini stolte hanno le medesime lampade delle avvedute, essa non è però sufficiente, da sola, per mettere in luce la persona dello Sposo. La sua venuta dimostrerà che la semplice professione è simile alle tenebre più fitte. Ciò che dà valore alla professione è la vita che l'accompagna. L'olio, generalmente, è nella Parola il simbolo dello Spirito Santo; lo Spirito e la vita sono inseparabili. La professione e la vita formano insieme la vera testimonianza cristiana.
Ognuno di noi deve rendere testimonianza allo Sposo verso il quale siamo usciti. Le vergini che non lo fanno sono «stolte»; che follia immaginare di poter scortare lo Sposo, il giorno delle nozze, con delle semplici apparenze e senza la realtà della testimonianza! L'unica cosa che dà alla scorta il diritto di entrare nella sala delle nozze è la lampada accesa, quindi con l'olio.
Questa parabola rivela ancora un fatto penoso: «Or tardando lo sposo, tutte divennero sonnacchiose e si addormentarono». Il loro sonno durò per molto tempo, durò secoli. Senza dubbio le vergini, inizialmente «uscite», rientrarono in qualche luogo simile a quello che avevano lasciato in principio, poiché «sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, uscitegli incontro!» In principio i cristiani avevano rotto ogni legame che tendeva a trattenerli, per andare speditamente incontro a Gesù; ma il mondo con le sue tentazioni, l'amore del benessere, le mille attrazioni del «luogo oscuro», smorzarono ben presto questo primo zelo.
Ad un certo momento, nel secolo scorso, la verità del ritorno del Signore fu rimessa in luce e insegnata; questo grido «Ecco lo sposo» si è fatto udire in mezzo al cristianesimo professante. Ciononostante, lo Sposo non è ancora venuto. Un certo lasso di tempo si interpone tra questo grido e la Sua venuta. Questo intervallo, non dimentichiamolo, basta per mettere alla prova la condizione morale di ciascuno. Le lampade delle vergini stolte hanno il tempo di spegnersi e di dimostrare, purtroppo, che sono inadatte al corteo; le vergini savie hanno il tempo di «prepararsi» e di essere al loro posto quando lo sposo verrà. Ricordiamoci che, se le nostre lampade non brillano prima che Egli venga, non potremo entrare nella sala delle nozze con Lui.
Ora, molte domande si affacciano alla mia mente.
Abbiamo tutti udito il «grido di mezzanotte»? Ci ha lasciato indifferenti? Abbiamo messo a profitto il tempo che ci separa dalla venuta del Signore? Saremo tentati di assopirci e di addormentarci una seconda volta?
Ricordiamoci che non ci sarà un nuovo grido. Il tempo è breve, il momento giunge. Lo Sposo ci troverà vigilanti? Saremo sorpresi dalla sua venuta? Che domande serie! Possiamo noi rispondervi con dei fatti, o meglio con il solo fatto di essere trovati da Lui come suoi veri testimoni!
«Quelle che eran pronte, entrarono con lui nella sala delle nozze». E le altre senza olio? «Andate piuttosto dai venditori e compratene»! È troppo tardi; hanno perso l'occasione, offerta a tutte, di procurarsene senza pagare alcun prezzo. «Ma mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo». Adesso si sbrigano, sì, ma quando arrivano la porta è chiusa. Bussano: «Signore, Signore, aprici!» È troppo tardi! Sono lasciate nelle tenebre di fuori con le loro inutili lampade, separate per sempre da Colui che ha detto loro: «Non vi conosco»!
Vegliamo dunque poiché non sappiamo né il giorno né l'ora.